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mercoledì 28 marzo 2018

FABRIZIO FRIZZI un Amico




Diverso, distinto, distante dal solito. Un uomo raro, molto raro, insomma come un quadrifoglio, un personaggio alla Garrone di De Amicis. Così era Fabrizio Frizzi, ma preferiamo dire è, un unicum del mondo dello spettacolo, così come della vita di tutti i giorni.

Chiunque conosca il proscenio patinato della tivù sa bene quanto sia difficile non cedere alla sovraesposizione, alla passerella, a quella sorta di solipsismo dal quale invece Fabrizio era lontano anni luce. Una gentilezza, una simpatia, una dolcezza disarmante, da galantuomo d’altri tempi, con la quale Frizzi tutte le sere sedeva nel tinello di ogni famiglia. Entrava con il sorriso, in punta di piedi, per accompagnare ognuno con il pieno d’allegria alle solite e difficili notizie della sera.

Insomma, a modo suo ci caricava di spensieratezza, quasi per corazzarci da quello che poi i telegiornali avrebbero annunciato. Adesso dalle diciannove in poi saremo tutti più soli intorno al tavolo, sul divanetto, di fronte alla televisione, oppure in cucina appresso ai fornelli accesi.

Ci mancherà, ci mancherà terribilmente, ci mancherà sempre. Un vuoto ingiusto, inaspettato e troppo, davvero troppo prematuro. Grazie Fabrizio di quel che sei stato e di come sei stato.

Sant’Agostino nelle sue “Confessioni” rivolgendosi al Signore dopo la morte della mamma, diceva: “ Signore non ti chiedo perché me l’hai tolta, ma ti ringrazio per avermela data”.

Arrivederci carissimo Fabrizio.



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giovedì 22 marzo 2018

Più Plastica che Pesci nei Nostri Mari


Più plastica che pesci: 
l’impressionante quantità di spazzatura filmata dal sub nelle acque di Bali
Rich Horner stava esplorando un sito noto come Manta Point 
a largo dell’isola di Nusa Penida 
quando si è trovato circondato da immondizia


Plastic Ocean


Tra i ricordi che si possono portare a casa dopo un'immersione, insieme a mante, pesci e meduse, può esserci una quantità abnorme di rifiuti di plastica. Il sub inglese Rich Horner stava esplorando un sito noto come Manta Point a largo dell'isola di Nusa Penida, la più grande delle tre isole della costa sud-orientale di Bali, quando si è trovato circondato da immondizia. Stava nuotando tra sacchetti di plastica di varie dimensioni, bottiglie, bicchieri, cannucce e tanta altra spazzatura.


Bali, nuotare in un mare di plastica: la denuncia del sommozzatore


"Le correnti oceaniche ci hanno fatto un bel regalo - ha scritto nella didascalia del suo video - Insieme a meduse, plancton, foglie, rami, fronde, bastoncini etc. ci hanno donato un po' di plastica". Video di questo genere non sono rari. Anche la sub Lauren Jubb ha condiviso a fine febbraio un filmato girato nello stesso punto. Protagoniste erano le mante che nuotavano tra i rifiuti. "Non sono mai stata così inorridita e affranta come quando ho visto tutta quell'immondizia nella baia", 
aveva scritto su Facebook.


ECCO DOVE FINISCE LA NOSTRA PLASTICA


Horner, il sub che ha girato il video ora virale, ha raccontato alla BBC che solitamente vede la spazzatura durante le immersioni, ma che l'incontro della scorsa settimana lo ha allarmato. "E' stato orribile vedere la quantità di inquinamento che ho filmato".


Floating trash 'island' spotted in Caribbean Sea

Bali, che negli anni è diventata una meta molto amata dai turisti, è famosa anche per la spazzatura che si accumula lungo le sue coste. Un'emergenza che i funzionari indonesiani hanno promesso di risolvere e che si aggrava durante la stagione delle piogge, quando ogni giorno vengono ripulite circa cinque tonnellate di rifiuti.


The Ocean Cleanup Mega Expedition

"Fortunatamente per noi le correnti porteranno via la spazzatura dalla baia, ma la sposteranno soltanto altrove - aveva previsto Horner, che ha poi aggiunto un aggiornamento - Come previsto i sub che sono andati a Manta Point il giorno successivo hanno riferito di non aver trovato immondizia. Purtroppo però la plastica sta proseguendo il suo viaggio nell'Oceano Indiano, per trasformarsi in microplastica, ma non per andare via".


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In Difesa delle Donne Contro Ogni Discriminazione




Il monologo di Paola Cortellesi in difesa delle donne ai David 2018 
dovrebbero ascoltarlo tutti contro ogni discriminazione
"Un uomo di strada è un uomo del popolo, una donna di strada è una mignotta".
 Paola Cortellesi in difesa delle donne ai David 2018

I David di Donatello giungono alla loro 63esima edizione. La manifestazione, che negli anni si è imposta come notte degli Oscar in salsa tricolore, quest'anno si è fin da subito segnalata per l'attenzione riservata alle donne e alla battaglia contro molestie e violenze. Già durante la presentazione dei candidati al premio tenutasi al Quirinale nella mattinata del 21 marzo è stato ricordato Dissenso Comune, il manifesto contro le molestie e la discriminazione delle donne sul lavoro, firmato da 124 attrici e operatrici del mondo dello spettacolo nel febbraio scorso.

Come ha sottolineato Piera Detassis, direttore artistico dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, le lavoratrici del cinema auspicano "una serie di iniziative concrete a partire da un codice etico che regoli i comportamenti negli spazi di lavoro, parità di salario e parità di incarico per tutte le lavoratrici dipendenti e, importantissimo, educazione al rispetto di genere e delle diversità sin dalle scuole dell'infanzia".

INTRODUZIONE





COMPLETO

DAVID DI DONATELLO PAOLA CORTELLESI IN DIFESA DELLE DONNE

Legato a doppio filo alla causa di Dissenso Comune (ma anche all'ondata di protesta del movimento internazionale #metoo) è stato il monologo recitato da Paola Cortellesi con cui quest'edizione degli "Oscar all'italiana" si è aperta. Traendo spunto dal giornalista, scrittore ed enigmista Stefano Bartezzaghi, l'attrice ha scandito una lista che ha sottolineato come le discriminazioni di genere partano dal linguaggio e dal suo uso comune (un "massaggiatore" è un fisioterapista, un "uomo di strada" è un uomo del popolo, un "professionista" è un lavoratore, mentre "massaggiatrice", "cortigiana", "donna di strada" sono espressioni con cui si indicano, brutalmente, delle "mignotte"). Dunque, una performance custode di un messaggio che non poteva non scaldare le tastiere e gli smartphone degli utenti social, all'insegna delle reazioni contrastanti.



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mercoledì 21 marzo 2018

Immobiliarista Vende Bagni Pubblici come la Fontana di Trevi di Totò



Un immobiliarista russo di San Pietroburgo, Yurij Zybenko, ha venduto bagni pubblici nel centro cittadino a 10 clienti diversi per l’astronomica somma di 80 milioni di rubli, quasi 1 milione 150 mila euro. Il truffatore non aveva alcun titolo di proprietà sull’immobile che peraltro non poteva essere venduto poiché bene pubblico invendibile di proprietà dell’azienda pubblica municipalizzata “Acquedotti di San Pietroburgo”. 


Totò, Ugo D'Alessio e Nino Taranto - Vendita di Fontana di Trevi




L’affarista riusciva a convincere senza fatica ignari clienti, dicendo che vendeva il bene immobile sottocosto poiché c'era necessità di una ristrutturazione, ingannando gli investitori con il miraggio di affari d’oro poiché i bagni pubblici si trovano nel centro trafficato vicino alla metropolitana. Dall’altro lato prometteva anche la possibilità di effettuare il cambio d’uso e di destinazione, convertendo la struttura in ristorante. La truffa è stata scoperta quando il traffichino ha dichiarato la bancarotta della sua agenzia immobiliare e, nell’aula del tribunale si sono presentati i dieci "proprietari" per far valere i loro diritti. Intanto il truffatore aveva svuotato i conti correnti e fatto cambiare nome e cognome alla moglie e ai figli per depistare le indagini. Ora è ricercato, ma una condanna risulta molto problematica poiché il bene, essendo di proprietà pubblica,
 non poteva essere venduto.

SI SEMBRA PROPRIO DI RIVEDERE LA SCENA DI
TOTO' CHE VENDE LA FONTANA DI TREVI
HA HA HA,HA
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Previsioni per il 2018



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martedì 20 marzo 2018

Adriana Faranda: il nostro più grande errore come Brigate Rosse


Adriana Faranda: "Rapimmo Aldo Moro,
 il nostro più grande errore come Brigate Rosse" 

16 marzo 1978. In via Fani a Roma, in un agguato, le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro uccidendo i 5 uomini della sua scorta.



Un rapimento che si concluderà drammaticamente dopo 55 giorni di prigionia con l'uccisione dell'allora presidente della Democrazia cristiana. 


Belve Intervista Adriana Faranda l'Ex Brigatista Rossa


LEGGI ANCHE
HANNO MENTITO TUTTI
http://cipiri.blogspot.it/2018/03/sul-caso-moro-hanno-mentito-tutti.html






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mercoledì 14 marzo 2018

Stephen Hawking e la Teoria del Tutto



È morto Stephen Hawking, a 76 anni
Lo scienziato della «teoria del tutto»
L’astrofisico di fama mondiale Stephen Hawking è morto all’età di 76 anni.
 Lo afferma un portavoce della sua famiglia. È morto nella sua abitazione a Cambridge. 
Ha convissuto per oltre 55 anni con una malattia invalidante.

Lo scienziato Stephen Hawking, le cui intuizioni hanno modellato la moderna cosmologia.La sua famiglia ha rilasciato una dichiarazione nelle prime ore di mercoledì mattina confermando la sua morte nella sua casa di Cambridge. I figli di Hawking, Lucy, Robert e Tim hanno comunicato in una breve nota: «Siamo profondamente rattristati dal fatto che il nostro amato padre sia morto oggi. Era un grande scienziato e un uomo straordinario il cui lavoro vivrà per molti anni. Il suo coraggio e la sua perseveranza con la sua brillantezza 
e il suo umorismo hanno ispirato persone in tutto il mondo».

Un’icona mondiale
Stephen Hawking è stato il più grande cosmologo della sua generazione e soprattutto un’icona mondiale per il suo impegno nella ricerca nonostante un gravissimo handicap: l’atrofia muscolare progressiva, una sindrome correlata alla Sla. Per 30 anni (fino al 2009) ha occupato la cattedra di matematica all’Università di Cambridge (lui che nacque a Oxford l’8 gennaio 1942, dove sua madre era sfollata per sfuggire ai bombardamenti nazisti su Londra), 
la stessa cattedra tenuta da Isaac Newton.


A 13 anni i primi sintomi della malattia
La malattia si manifesta nei primi sintomi già all’età di 13 anni, e gli viene diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (in realtà si tratta di una sindrome degenerativa, ma a sviluppo più lento della Sla). Ciò non gli impedisce di laurearsi a soli 20 anni, ma già un anno dopo iniziano i gravi problemi motori alle mani. Nel 1985 perde l’uso delle corde vocali a causa di una tracheotomia conseguente a una grave forma di polmonite, un altro grave problema dopo che negli anni precedenti era stato ridotto su una sedia a rotelle e impossibilitato ad alimentarsi da solo.


Riesce a comunicare, seppure a fatica, grazie a un sintetizzatore vocale ideato per lui. Ma con il tempo le difficoltà di comunicazione aumentano e nel giugno 2012 si presta a far da cavia a un progetto dell'Università di Stanford per uno scanner cerebrale che consente di tradurre in parole l'attività elettrica del cervello. Di Stephen Hawking tutto il mondo ha sempre ammirato la sua forza e la volontà di non arrendersi mai davanti a menomazioni devastanti e il suo fondamentale ottimismo verso la vita: «A parte la sfortuna di contrarre la mia grave malattia, sono stato fortunato sotto quasi ogni altro aspetto», ha affermato in diverse occasioni.

Stephen Hawking e la Teoria del Tutto


Cosmologia e buchi neri
Il campo principale di ricerca di Stephen Hawking è stata la cosmologia e la teoria della gravità quantistica, e in particolare i buchi neri. I suoi primi lavori riguardano le singolarità nella teoria generale della relatività di Einstein. Nel 1971 dimostrò come subito dopo il Big Bang si crearono oggetti di massa enorme, ma delle dimensioni di un protone: in pratica dei micro-buchi neri. Nel 1974 dimostrò come i buchi neri possono essere descritti dalle leggi della termodinamica ed emettono radiazioni (in seguito chiamate radiazione di Hawking) che portano all’evaporazione del buco nero stesso secondo le leggi della meccanica quantistica (effetto che ha trovato conferma sperimentale nel 2010). Si tratta di un studio fondamentale che unisce la meccanica quantistica con la teoria della relatività einsteiniana. Il suo lavoro sui buchi neri proseguì dimostrando (insieme ad altri matematici) che i buchi neri sono caratterizzati solo da tre proprietà: massa, momento angolare e carica elettrica. In campo cosmologico, ha ipotizzato un universo senza limiti spazio-temporali (universo aperto) senza singolarità, anche al proprio inizio.

Stephen Hawking: spiega perchè Dio non esiste

Ateismo e scienza
Secondo Hawking, Dio non può conciliarsi con la scienza. Lo scienziato ha sempre proclamato il suo ateismo. Nonostante ciò, divenne nel 1986 membro della Pontificia accademia delle scienze. Hawking in una sua opera sostiene che l’universo non è stato creato da Dio e che scienza e religione non sono conciliabili, anzi sono in contraddizione ma alla fine la scienza avrà il sopravvento: «C'è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull'autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento. E la scienza vincerà perché funziona». Dal 1974, all’età di 32 anni, fu accolto nella Royal Society, uno dei membri più giovani della storia dell’associazione. Innumerevoli i suoi premi e i riconoscimenti ottenuti durante la sua carriera di ricercatore. Sulla possibilità dell'esistenza di vita intelligente extraterrestre, Hawking ha sempre sostenuto che probabilmente gli alieni esistono, ma è meglio per noi starne alla larga.




La scienza per tutti
Oltre alle sue opere scientifiche, Hawking ebbe una straordinaria capacità di divulgatore di argomenti e concetti molto complicati come la meccanica quantistica e la cosmologia. La sua opera più conosciuta (9 milioni di copie vendute in tutto il mondo) in campo divulgativo è Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, un libro del 1988 considerato da molti ricercatori tra i più importanti delle scienze del XX secolo, degno di stare insieme alle opere fondamentali di Einstein. Il suo seguito (2001) è L’universo in un guscio di noce, in cui espone le nuove conoscenze fisiche e cosmologiche. Nel 2005 La grande storia del tempo è in pratica la riedizione aggiornata alla luce delle nuove scoperte del libro del 1988. Nel 2014 è uscito il film La teoria del tutto, diretto da James Marsh, sulla vita di Hawking. Per l’interpretazione dello scienziato, Eddie Redmayne ottiene l’Oscar come migliore attore protagonista.


Nella vita privata Hawking sposò la sua fidanzata del college, Jane Wilde, nel 1965, due anni dopo la sua diagnosi. Nel 1985, durante un viaggio al Cern, Hawking fu portato in ospedale con un’infezione. Era così malato che i medici chiesero a Jane se avessero dovuto spegnere l’alimentazione. Lei rifiutò e Hawking fu trasportato all’ospedale Addenbrooke di Cambridge per una tracheotomia. L’operazione gli ha salvato la vita ma ha distrutto la sua voce. La coppia ebbe tre figli, ma il matrimonio si interruppe nel 1991. Quattro anni dopo, Hawking sposò Elaine Mason, una delle infermiere impiegate per dargli cura 24 ore su 24.

Hawking ha vinto l’Albert Einstein Award, il Wolf Prize, la Copley Medal e il Fundamental Physics Prize. Il premio Nobel, tuttavia, gli è sfuggito. Ha lavorato alla Casa Bianca durante l’amministrazione Clinton.

LEGGI ANCHE

Oggi è la festa della costante matematica utilizzata 
per calcolare l’area del cerchio 
(e per molte altre cose): 
se avete capito perché il Giorno del Pi greco cade il 14 marzo è già qualcosa.
Oggi si festeggia in tutto il mondo il trentesimo Giorno del Pi greco – o Pi Day, in inglese: è la festa della costante matematica pi greco (π), 
che molti di voi assoceranno al calcolo dell’area del cerchio (A = πr²),
 ma che in realtà è molto di più...



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martedì 13 marzo 2018

Ecco da dove Grillo ha PRESO il Reddito di Cittadinanza


Il cosiddetto “reddito di cittadinanza” dei 5 stelle è diventato una sorta di mantra che tutti gli esponenti grillini ripetono ad ogni occasione. La crisi, la povertà e la disperazione degli italiani sono il terreno di coltura da cui nasce la proposta pentastellata. Leggiamo dal blog di Beppe Grillo (anzi, di Emanuele Bottaro) che il provvedimento andrebbe a garantire a tutti i cittadini maggiorenni, comunitari e non (purché il Paese di orgine abbia firmato con l’Italia un trattato per garantire i diritti sulla sicurezza sociale) , disoccupati o precari che siano, il raggiungimento del reddito minimo annuo di 9360€ (780€ mensili), che corrisponde alla mediana del reddito italiano stabilito da Eurostat nel rapporto 2013. Quindi a tutti verrebbe garantito un reddito minimo, a chi riesce col proprio lavoro a raggiungere quella soglia non spetta nulla: se un precario guadagna 6000€ annui, lo Stato andrebbe a colmare il gap erogando i restanti 3360 utili a raggiungere la soglia. Un cittadino disoccupato che beneficia del pieno RdC deve essere iscritto al collocamento e non può rifiutare 2 offerte di lavoro consecutive in un anno, pena la perdita del reddito. Al di là delle varie questioni che un tale provvedimento potrebbe sollevare (su tutte l’ulteriore livellamento verso il basso del mercato del lavoro perché – vien da sé – che chi offre lavoro potrà farlo a “ribasso”, potendo contare su una massa di forza-lavoro “costretta” ad accettare qualsiasi condizione), cerchiamo di comprendere bene quale filosofia si cela dietro.

La parola “reddito” sta ad indicare un utile che scaturisce, in un determinato periodo di tempo, da un’attività o da un impiego di capitale, “di cittadinanza” fa invece presupporre che ogni cittadinoRisultati immagini per reddito di cittadinanza abbia diritto a percepire tale utile. Ma così ovviamente non è, perché abbiamo appena riportato che i destinatari della misura sono soltanto quei cittadini che non raggiungono la soglia di povertà, stabilita in 9360€. Non è quindi opportuno parlare di Reddito di Cittadinanza, semmai di Reddito Minimo Garantito che è una misura di stampo “socialista” adottata in molti paesi d’Europa, tra cui Francia e Inghilterra. La proposta di introdurre un Reddito Minimo Garantito poi non nasce certo con il M5S, se ne discute almeno da un decennio e 5 anni fa naque un comitato promotore che racchiude per lo più sigle e associazioni di stampo comunista o comunistoide: http://www.redditogarantito.it/. Da questo punto di vista, Beppe Grillo non si è davvero inventato nulla: vuole introdurre una misura assistenziale per garantire le fasce più povere. Ma perchè allora lo hanno chiamato “Reddito di Cittadinanza”?

Non tutti sanno che a coniare quest’espressione fu il prof. Auriti negli anni ’90, quando l’€uro e la crisi che oggi l’Italia sta vivendo non turbavano affatto il sonno degli italiani. Giacinto Auriti arrivò a formulare un autentico Reddito di Cittadinanza basandosi sulla sua rivoluzionaria teoria monetaria, quella della moneta di proprietà popolare. Il professore di Guardiagrele spiegava come la moneta attuale non fosse più una ricevuta, una “cambiale” che rappresentava un corrispettivo in oro (come accadeva fino al 15 Agosto del 1971, quando Nixon dichiarò la fine degli accordi di Bretton Woods e quindi la fine del gold-dollar-standard), ma un semplice “simbolo” che acquisiva valore grazie a chi lo accetta, ovvero grazie ai cittadini che lo utilizzano come mezzo per scambiare i propri beni e servizi. Denunciava quindi l’appropriazione ingiustificata della proprietà della moneta da parte del Sistema delle Banche Centrali, quelle che creano dal nulla la moneta e la prestano ad interesse agli Stati. Quindi il debito che scaturisce dall’emissione monetaria è in realtà un credito che spetta a tutti coloro che danno vita al valore monetario che nasce per convenzione, per accordo, per appartenenza ad una Comunità Nazionale. Da questa convenzione nasce il valore monetario, ne è riprova il fatto che se noi mettessimo Mario Draghi a stampare Risultati immagini per debito mario draghi moneta su un’isola deserta non nascerebbe alcun valore perché manca chi è disposto ad accettarla. Per questo motivo quando la Banca Centrale crea denaro, questo dovrebbe essere ripartito per ogni singolo cittadino vivente che compartecipa al valore creato. Concretamente, una TLTRO della BCE porterebbe nelle tasche di ogni cittadino maggiorenne circa 3.000€ annui, da immettere in circolazione nell’economia per garantire il pane quotidiano. Non è una misura per la povertà, ma è una misura di uguaglianza, di sostanziale democrazia: i soldi vengono percepiti da ogni cittadino, indipendentemente dal suo reddito o dal suo stato sociale. Questa misura annullerebbe il meccanismo del debito e lo Stato potrebbe effettuare delle politiche di riscossione delle imposte finalizzate all’erogazione di servizi, mentre oggi lo Stato vessa il cittadino per ripagare il debito che le banche generano ogni qual volta emettono denaro. Quella di Auriti è un’autentica rivoluzione, in grado di capovolgere l’attuale paradigma debitocratico.

Giacinto Auriti - Il reddito di cittadinanza in attuazione dell'art 42 della Costituzione

Ma allora che c’entra Grillo col Reddito di Cittadinanza di Auriti? Anche qui purtroppo in pochi sanno che Grillo fu “discepolo” di Giacinto Auriti. A cavallo degli anni ’90 il guitto andò letteralmente a scuola dal professore, che di lui disse: “è il mio miglior allievo”.  Concetti come moneta complementare e reddito di cittadinanza, che oggi vengono grossolanamente scimmiottati dai parlamentari pentastellati, furono appresi da Grillo in tempi lontani, direttamente dal prof. Auriti. Oggi quei concetti sono stati mutuati e distorti, totalmente svuotati del loro significato originario. Probabilmente per opportunismo, per ignoranza o – chissà – per sudditanza e continuità col mondo finanziario, Grillo ha abbandonato la via tracciata dal prof. Auriti. Oggi che governa importanti città come Roma e Torino e che potrebbe addirittura andare al Governo del Paese, Grillo avrebbe l’opportunità di compiere quella rivoluzione che Auriti aveva immaginato e che contribuì a formare la sua coscienza politica (prima non era nient’altro che un comico con idee comuniste come tanti altri). Ma persegue imperterrito, e probabilmente comodo, a mantenere vivo il sistema del debito. Chissà cosa direbbe oggi di lui il professore…

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giovedì 1 marzo 2018

La Flat Tax è Dannosa in Italia



La flat tax conviene ai ricchi. 

Un lavoratore dipendente che guadagna 1.000 euro al mese, 12 mila euro l’anno, gode oggi della detrazione degli 80 euro e non paga l’Irpef. Un ricco calciatore che guadagna 12 mila euro al giorno si metterà in tasca un milione di euro in più. Già oggi 6 contribuenti su 7 hanno un’aliquota Irpef inferiore al 23%. Tutti questi avranno benefici limitati o nulli. «D’accordo — dicono Berlusconi e Salvini — ma nessun contribuente pagherà di più e la maggior parte avrà qualche vantaggio. Voi contrari siete la solita sinistra che vuole fare piangere i ricchi». Chi pagherà il conto? Secondo loro nessuno. La versione di Salvini: emergeranno decine di miliardi dagli evasori che commossi dal gesto inizieranno a versare fino all’ultimo centesimo. È davvero così? Nemmeno per sogno. La flat tax riguarda solo le tasse sui redditi (Irpef e Ires). Non cambia l’Iva e i contributi sociali. L’evasione fiscale parte dall’Iva. Occultando l’Iva su quello che vende, l’evasore giustifica anche un reddito più basso. Quindi prima di ammettere un reddito più alto dovrebbe dichiarare spontaneamente maggior Iva, senza avere alcun «vantaggio». Il gettito fiscale italiano ammonta a circa 730 miliardi di euro. Se la flat tax alleggerisse il conto di 50 miliardi, porterebbe a una riduzione complessiva del 7%. Quindi si andrebbe dall’evasore promettendo uno sconto del 7%. Domanda: uno che paga zero anziché 100, correndo tutti i rischi associati, con la promessa di uno sconto del 7%, inizierebbe a pagare il dovuto? La versione di Berlusconi: via 30 miliardi di trasferimenti alle imprese, cioè tutti, e 40 su 54 miliardi di agevolazioni fiscali. Siccome una parte delle agevolazioni è legata a investimenti già fatti (per esempio gli incentivi alle ristrutturazioni), bisognerà togliere tutte le altre.


Sorvoliamo sul fatto che questi 70 miliardi non basterebbero a coprire neanche la metà delle promesse mirabolanti di Berlusconi, e traduciamo in un italiano semplice cosa accadrebbe se lui realizzasse ciò che promette: 1. via gli 80 euro; 2. il biglietto dell’autobus passerà da 1,50 a 5 euro; 3. si rimetterà l’Imu prima casa; 4. si aumenterà il costo dell’acquisto della prima casa (bollo, imposta di registro) del 150%; 5. si reintrodurranno le accise sull’energia elettrica per abitazioni con la potenza di 3kw (oggi esenti), uno scherzetto da quasi 600 milioni di più ai ceti più deboli; 6. verranno eliminate le detrazioni per le spese mediche e per gli interessi sui mutui; 7. si tasseranno le borse di studio e gli assegni familiari, oggi esenti da Irpef; 8. le Poste Italiane non consegneranno più le lettere ai piccoli comuni; 9. si chiuderanno Leonardo e Fincantieri; 10. non ci sarà più alcun investimento sulle ferrovie e sulle strade. Un «pranzo gratis» nell’economia di un Paese è un miracolo che nemmeno Berlusconi e Salvini possono promettere. I commensali alla tavola che loro propongono di apparecchiare sono i ricchi. Ma è bene essere consapevoli del fatto 
che sono tutti gli altri che faranno la spesa.


Le tasse in Italia sono ancora troppo alte. La riduzione della pressione fiscale dell’1,6% del Pil realizzata negli ultimi 4 anni non è sufficiente. Ma da noi i ricchi pagano già meno che altrove. Le aliquote Irpef sui redditi alti sono simili a quelle degli altri Paesi. Di contro, da noi c’è più evasione, non c’è una vera tassa di successione, come in Germania e Gran Bretagna, e la tassazione patrimoniale è molto inferiore a quella francese. È il ceto medio che paga molto di più in confronto. Le imprese oggi pagano meno di 4 anni fa, ma pagano ancora troppo. Queste dovrebbero essere le priorità per un’ulteriore riduzione delle tasse finanziata da una seria revisione della spesa e da una vera lotta all’evasione, non da macelleria sociale. La flat tax è una risposta economicamente dannosa, oltre che ingiusta, a un problema vero. Si creeranno più posti di lavoro mettendo un milione di euro nelle tasche di un ricco, o mettendo mille euro nelle tasche di mille famiglie con figli
che guadagnano mille o duemila euro al mese?


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LA TASSA DEI POLITICI INCAPACI



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