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martedì 5 novembre 2019

Giorgia Meloni Impone ciò che non Rispetta

Giorgia Meloni Impone agli Altri ciò che non Rispetta




Michela Murgia ha smontato la retorica populista
 e l’uso dei simboli religiosi che Giorgia Meloni 
fa a scopi politici (stessa cosa che fa il food blogger).


“Se ho visto l’intervento di Giorgia Meloni alla manifestazione a Roma? Vorrei dirvi no, ma la risposta è sì. Ma è chiaro che quando lei nomina il crocifisso e il presepe, lo dico da cristiana, non fa riferimento ai valori evangelici, fa riferimento a dei marcatori culturali che lei usa come fossero dei corpi contundenti. Questa è una donna che nella sua vita personale ha fatto delle scelte che certamente non sono congruenti con l’idea di famiglia cristiana che lei sopra quel palco sembra voler difendere. Non le chiedo conto di questo, perché io credo che ciascuno di noi debba essere libero di vivere la propria vita come vuole. Ma quando tu vuoi imporre agli altri un modello di vita che tu stesso non rispetti, capisci che un po’ il cortocircuito si sente. Credo che questo si chiami ipocrisia.

Un po’ mi fa paura. Mi fa paura la ferocia, non quella del tono, che è il tipico tono da comizio in una piazza. Ruggiva, ma è il sottinteso che c’è in quelle parole. Prima di tutto il fatto che la cittadinanza non sia un diritto, ma sia un favore. Lo ius sanguinis ti fa un regalo, perché tu non hai alcun merito di quella condizione. Mentre chi arriva, rispetta le leggi, paga le tasse se la deve meritare la cittadinanza. Con questo criterio nemmeno se i tuoi genitori sono qui da 20 anni, sei nato qui, vai a scuola in Italia, nemmeno in quel caso sei italiano per loro”.

Queste sono le persone che vorrei vedere in un confronto con Giorgia Meloni, donne preparate, intelligenti, capaci non solo di tener testa alla sostenitrice della famiglia tradizionale, ma anche di metterla in imbarazzo.
Grazie Michela.

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Giorgia Meloni, cacciata con sputi, insulti...

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venerdì 22 giugno 2018

Banda degli Ottoni: Bella Ciao


Banda degli Ottoni bella ciao


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venerdì 15 dicembre 2017

TROVATO NUOVO SISTEMA SOLARE




 La caccia ad altri mondi continua: Kepler 90 potrebbe avere più di 8 pianeti Nuovo Sistema Solare, video Nasa: esopianeti scoperti grazie all'intelligenza artificiale di Google. AI ne trova uno che era sfuggito alle precedenti analisi. 


La stella Kepler-90 ha pareggiato il record del nostro sistema solare: ha otto pianeti che le orbitano attorno. L'ultimo esopianeta scoperto grazie al contributo dell'AI di Google è molto vicino alla stella, poco più di un decimo della distanza Terra-Sole, e le orbita attorno in soli 14,4 giorni. Chi sperava che potesse ospitare acqua liquida o vita è rimasto deluso: gli astronomi della Nasa stimano infatti che la sua superficie abbia una temperatura di più di 400 gradi, quindi decisamente troppo calda. «Il sistema Kepler-90 è come una mini versione del nostro Sistema Solare. Ci sono pianeti più piccoli all'interno e pianeti più grandi all'esterno», ha dichiarato Andrew Vanderburg, astrofisico della Nasa. La caccia, dunque, continua, anche perché il sistema Kepler 90 potrebbe avere molti più pianeti del nostro. Il metodo del transito usato nella ricerca dei pianeti è efficace per quelli molto vicini alla propria stella, ma non per quelli più esterni. In futuro potremmo dunque scoprire un nuovo sistema solare più popoloso del nostro. (agg. di Silvana Palazzo)

NASA, SCOPERTO ALTRO MONDO CON KEPLER E GOOGLE
Le scoperte del telescopio spaziale Kepler erano tanto attese, ma sono state entusiasmanti in parte. Un nuovo sistema solare è stato scoperto, ma la sorpresa è rappresentata dal contributo offerto dall'intelligenza artificiale di Google nella scoperta dell'ottavo pianeta, che era invece sfuggito agli astronomi. Si tratta di Kepler 90i, un pianete roccioso e incandescente, la cui temperatura è simile a Mercurio e le cui dimensioni sono invece del 30% più grandi della Terra. Partendo dai dati del telescopio Kepler, BigG ha dimostrato di poter avere un ruolo di primo piano nella scoperta di espianti. Tutto è cominciato nel 2014, quando Kepler ha cominciato a cercare pianeti extraterrestri che potrebbero ospitare la vita. Il fatto è che ha raccolto tantissime informazioni, quindi gli esperti avrebbero impiegato diversi anni per analizzarle e classificarle. Il nuovo esperimento ha dimostrato che le reti neurali sono uno strumento promettente 
per la scoperta dei segnali più deboli di mondi lontani.

NUOVO SISTEMA SOLARE, SCOPERTA NASA CON L'AIUTO DI GOOGLE
Chi ha avuto l'idea di applicare l'intelligenza artificiale ai dati di Kepler? Christopher Shallue, ingegnere informatico del team di ricerca di Google AI. Con l'aiuto di Andrew Vanderburg ha addestrato ad hoc la rete neurale di Google per riconoscere le piccole variazioni di luminosità delle stelle così da individuare i pianeti con la tecnica del transito. «I dati raccolti dai telescopi sono troppi per essere scandagliati dagli umani», dicono alla Nasa. Kepler-90i non è l'unico pianeta trovato dall'AI di Google, perché è stato scoperto anche Kepler-80g. Potrebbero esserci ancora tantissimi tesori nascosti tra i dati di Kepler: finora gli scienziati hanno parlato di circa 2.500 pianeti extrasolari e la rete neurale ha trovato due mondi di poca importanza, ma in futuro potrebbe essere scoperto un pianeta in grado davvero di ospitare la vita.

NON PROPRIO COME LA TERRA. L'ultimo esopianeta scoperto, Kepler-90i, ha un diametro del 30% superiore a quello terrestre e si trova, proprio come la Terra, ad occupare il 3° posto per distanza dalla propria stella.Ma le è molto vicino (poco più di un decimo della distanza Terra-Sole), e le orbita attorno in soli 14,4 giorni.Gli astronomi della Nasa stimano che la sua superficie abbia una temperatura di più di 400 gradi, decisamente troppo calda per ospitare acqua liquida o la vita.

E questo rappresenta sicuramente un buon pretesto per continuare a sognare. «Ci sono scoperte ancora nascoste nell'archivio dati di Kepler, in attesa che la tecnologia ci aiuti scovarle. I nostri dati costituiscono un vero tesoro per i ricercatori per gli anni a venire», ha dichiarato Jessie Dotson, a capo del progetto Kepler alla Nasa.

leggi anche
ASTRONAUTA NESPOLI


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mercoledì 10 maggio 2017

W la Mamma




Origini della festa della Mamma

VIVA TUTTE LE MAMME DEL MONDO




Edoardo Bennato - Viva la mamma -

Ogni anno, la seconda domenica di maggio, si celebra la festa della mamma. Un’occasione per ringraziare la mamma per l’amore che dà ai suoi figli.
Tutto cominciò nel diciassettesimo secolo in Inghilterra quando venne istituito il Mothering Sunday. Ai figli che lavoravano lontano da casa venne dato, nella quarta domenica di Quaresima, un permesso speciale per rientrare a casa per festeggiare la mamma.
In Italia la festa della mamma venne celebrata per la prima volta nel 1957 ad Assisi. Da allora è diventata una vera tradizione, una ricorrenza che 'fa bene alla salute'.


La Festa della mamma nacque negli Stati Uniti e fu ufficializzata nel 1914 dal presidente americano Woodrow Wilson, con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la pace. Oggi la festa della mamma è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo ma, a seconda dei Paesi, cade in date diverse.
In Italia viene festeggiata la seconda domenica di maggio, come negli Stati Uniti.

Di seguito le date in cui viene festeggiata la festa della mamma in alcuni Paesi:
seconda domenica di febbraio: Norvegia.
8 marzo: Bulgaria, Romania, Serbia, Slovenia.
quarta domenica di quaresima: Irlanda, Regno Unito.
21 marzo (primo giorno di primavera): Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Kuwait, Libano, Siria.
prima domenica di maggio: Lituania, Portogallo, Spagna, Ungheria.
8 maggio: Corea del Sud.
10 maggio: India, Messico, Pakistan.
seconda domenica di maggio: Italia, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Cuba, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Hong Kong, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Perù, Filippine, Singapore, Sudafrica, Svizzera, Turchia, Stati Uniti, Venezuela.
26 maggio: Polonia.
ultima domenica di maggio: Francia, Haiti, Repubblica Dominicana, Svezia.
12 agosto: Thailandia.
ultima domenica di novembre: Russia.
22 dicembre: Indonesia.

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lunedì 5 settembre 2016

Europarlamentare Italiano arriva Firma e Scappa via




.L’europarlamentare italiano arriva all’ultimo minuto solo per avere la diaria da 300 euro.
Incalzato da un giornalista olandese che gli chiede conto del suo arrivo in Parlamento solo alle 18.30 per firmare e assicurarsi la diaria di 300 euro, l’Europarlamentare Pdl (FORZA ITALIA) Baldassarre prima finge di non capire, poi si scaglia contro il giornalista.
Raffaele Baldassarre, eurodeputato Pdl (FORZA ITALIA) litiga sulla diaria con un giornalista olandese .
"Perché arriva alle 18,30 per firmare e andarsene?" Il giornalista della web tv olandese GeenStijl pone questa semplice domanda a Raffaele Baldassarre, eurodeputato Pdl,  (FORZA ITALIA) eletto nel 2009 al Parlamento Europeo. Il riferimento è ai circa 300 euro di diaria che ci si assicura per ogni giornata di presenza, in caso di firma. Il cronista olandese chiede conto a Baldassare del perché si rechi al lavoro a tarda sera e soltanto per firmare.

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L'eurodepuato però prima scansa le domande difendendosi dietro un approssimativo: "I don't capisco". Poi la situazione precipita e il politico si scaglia con violenza contro il giornalista, cercando di sottrargli il microfono.
L'ITALIA sempre considerato il parlamento europeo un posto dove mandare i rifiuti della politica interna, poi ci lamentiamo delle leggi europee, che siamo penalizzati dalle normative bla bla bla...
I PARLAMENTARI ITALIANI sono tra i meglio pagati e quelli con il record di assenze.

leggi anche
http://cipiri.blogspot.it/2016/09/parlamento-italiano-assenteisti-domina.html
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giovedì 12 maggio 2016

Mercurio : Transita davanti al Sole



Il transito di Mercurio davanti al Sole
Le immagini del transito di Mercurio sul Sole
Scattate da tutta Italia, immortalata anche una rondine di passaggio.


Lunedì 9 maggio sul disco del Sole è comparso un 'neo' che ha accompagnato la nostra stella per tutto il pomeriggio. Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema Solare, è passato davanti al Sole disegnando un neo sul disco della nostra stella.
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E' un fenomeno abbastanza raro, che si ripete circa 13 volte in un secolo: l'ultima volta è avvenuto l'8 
novembre 2006 e il prossimo appuntamento sarà per l'11 novembre 2019. 

Gli appassionati del cielo si sono mobilitati per non perdere lo spettacolo e in tutta Italia sono stati 
organizzati numerosi eventi, anche se in molte località del Centro-Nord
 le nubi sono state delle guastafeste.

Quella del 9 maggio è stata un'occasione da non perdere perchè nel 2019, come accadde nel 2006, il 
fenomeno sarà poco visibile dall'Italia, ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual 
Telescope. Il 9 maggio abbiamo invece  potuto osservare una buona porzione del fenomeno, 
 dalle 13,12 alle 20,42. 



Osservare il transito di un pianeta non è solo una curiosità: quelli di Mercurio e Venere hanno aiutato a misurare le distanze nel Sistema Solare; al di fuori del Sistema Solare la tecnica dei transiti ha 
permesso di scoprire la maggior parte degli oltre 2.000 pianeti che ruotano attorno ad altre stelle.
  Numerosi gli appuntamenti organizzati in tutta Italia. Da Asiago a Catania, l'Istituto Nazionale di 
Astrofisica (Inaf) ha mobilitato i suoi osservatori in eventi per le scuole e il pubblico, con telescopi 
puntati sul Sole e conferenze su Mercurio e la missione Bepi Colombo, destinata a studiare il pianeta da vicino. Mobilitati con decine di eventi anche gli appassionati del cielo dell'Unione Astrofili Italiani (Uai), che hanno ricostruito la storia dei transiti di Mercurio osservati dal 1631. Telescopi puntati sul nuovo 'neo del Sole anche a Roma, nell'evento organizzato dal Planetario.
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venerdì 22 aprile 2016

PRINCE

Si è spento il genio di Prince   Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit  Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis

Si è spento il genio di Prince 
Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit
Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis

VIDEO : Purple Rain - Prince



Da oltre trent’anni uno dei più talentuosi, prolifici e ingovernabili artisti della musica mondiale: Prince Rogers Nelson, in arte Prince, trovato morto oggi nella sua casa di Minneapolis, dove era nato il 7 giugno 1958. Cantante, musicista, attore, regista e produttore, il genietto di Minneapolis dalla fine degli anni Settanta ha frequentato e sapientemente mixato i più svariati generi musicali: dal soul al funk, passando con disinvoltura al jazz, al pop e al rock psichedelico, conquistandosi una folta schiera di fedelissimi fan che seguono ossessivamente le sue gesta, impegni e intemperanze.

Si è spento il genio di Prince   Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit  Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis


Un talento omaggiato niente di meno che da Miles Davis, che con Prince ha collaborato in diversi momenti, paragonandolo a Duke Ellington (e facendo infuriare Wynton Marsalis). Da For You, album di debutto del 1978, Prince ha sempre attirato l’attenzione dei fan e dei media: come quando nel 1987 pubblicò The Black Album, il cui autore doveva restare ignoto ma che, poco prima dell’uscita, fu ritirato e le sue copie mandate al macero.

Si è spento il genio di Prince   Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit  Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis


Non si è mai capito se Prince non fosse soddisfatto del risultato, se fosse rimasto infastidito della fuga di notizie riguardo alla titolarità dell’opera o se fosse stato snobbato dalla Warner Bros. Comunque alla fine il cd usci, ma nel 1993.

Si è spento il genio di Prince   Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit  Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis


Irrequieto e intransigente, Prince nel corso della sua carriera ha sempre navigato tra trionfi (Purple Rain, album e film), flop (Graffiti Bridge, suo secondo film), contratti milionari (famoso quello da 100 milioni di dollari con la Warner Bros nel 1992) e vari cambiamenti di nome (Tafkap, ovvero The Artist Formerly Known As Prince; The Artist; Symbol) per protesta contro le imposizioni delle major del disco. Per un certo periodo si e’ pure fatto ritrarre con la provocatoria scritta «slave»(schiavo) disegnata sulla guancia.

Si è spento il genio di Prince   Da Purple Rain a Kiss, una vita di hit  Aveva 57 anni , è stato trovato morto nella sua casa di Minneapolis


Lunga la lista di donne, belle e famose, da lui concupite: da Vanity e Apollonia (sua musa ai gloriosi tempi di Purple Rain) a Kim Basinger, conosciuta ai tempi della colonna sonora di Batman. I due sfiorarono le nozze ma i tradimenti di lui fecero naufragare il progetto. E poi Sheena Easton e Mayte Garcia, da cui nel ’96 ha avuto un figlio, morto pochi giorni dopo la nascita. La seconda moglie di sua Maestà Prince e’ stata l’italo canadese Manuela Testotini. Hanno divorziato due anni fa. Ma, a parte le donne, quello che gli interessa davvero è la musica: secondo la leggenda His Purple Majesty ha nel cassetto un immenso archivio di canzoni mai pubblicate. Produce, compone, arrangia ed esegue quasi tutte le canzoni dei suoi cd, suonando tutti gli strumenti. Ed è nota la sua mania di esibirsi a sorpresa nei club dopo i concerti «ufficiali» in estenuanti jam session improvvisate. È stato uno dei primi a vendere la sua musica online, fino a decidere, però, a luglio del 2015, di togliere tutte le sue canzoni da piattaforme popolari come Spotify e Apple Music, restando solo su Tidal, lanciata dal musicista e produttore Jay Z. Tra le sue ultime fatiche, nel 2014 il doppio album «Art Official Age» e «PlectrumElectrum», l’anno scorso «HITnRUN».

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CAMBIAMENTO CLIMATICO e GIORNATA DELLA TERRA



VIDEO NASA : cambiamento climatico negli ultimi 100 anni.


Il fatto che in certe aree del pianeta si possano sperimentare temperature inferiori alle medie non è incompatibile con l’esistenza del riscaldamento globale, dal momento che ciò che definisce questo fenomeno è l’aumento della temperatura media su tutto il pianeta, dove esiste una variabilità di climi e condizioni ambientali. Anche eventuali rallentamenti nell’aumento della temperatura o variazioni nel breve periodo non smentiscono l’esistenza del riscaldamento globale perché quello che lo dimostra è la tendenza nel lungo periodo, che evidenzia un costante aumento della temperatura media annuale da più di un secolo. Questa tendenza va distinta anche da fenomeni ciclici come El Niño, il riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centro-orientale che si verifica a intervalli irregolari, ogni 3-7 anni.


CAMBIAMENTO CLIMATICO 
OGGI LA FIRMA DELL'ACCORDO DI PARIGI IN OCCASIONE DELLA
 "GIORNATA DELLA TERRA"

Oggi, alla sede delle Nazioni Unite a New York, i rappresentanti di circa 170 paesi firmeranno l’accordo sul cambiamento climatico raggiunto a Parigi lo scorso dicembre. La data del 22 aprile non è casuale: è stata scelta perché è la Giornata della Terra. C’è un anno di tempo per aderire, ma Cina, Stati Uniti, Giappone, India, Brasile e molti paesi dell’Unione europea hanno voluto essere tra i primi. Ogni paese, ciascuno secondo le proprie leggi, dovrà successivamente ratificare il patto. Una decina di piccoli stati molto vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale, come le Maldive e Samoa, dovrebbe consegnare la ratifica oggi stesso. L’accordo entrerà in vigore dopo che sarà ratificato da 55 paesi che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas serra.

 La Giornata della Terra è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali del pianeta, è divenuta un avvenimento educativo e informativo per parlare dell'inquinamento di aria, acqua e suolo, della distruzione degli ecosistemi, delle migliaia di piante e specie animali che scompaiono, dell'esaurimento delle risorse non rinnovabili. 
La giornata della Terra prese forma nel 1969 dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California. Da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra 

In Italia la Giornata della Terra si celebra solo dal 2007. Ogni anno si tengono concerti, eventi culturali e incontri per condividere il problema della tutela ambientale. Le manifestazioni in tutta Italia sono numerose e, in molti casi, durano più giorni, come nel caso dell’Earth Day di Roma dal 22 al 25 aprile.

 L'accordo di Parigi prevede:

- Il taglio, entro il 2020, delle emissioni di anidride carbonica per limitare l'aumento della temperatura globale a 2 gradi centigradi, rispetto all'epoca pre-industriale, ma con un impegno aggiuntivo a contenere questo aumento entro 1,5 gradi.
- Un fondo di almeno 100 miliardi di dollari l'anno ai paesi in via di sviluppo, entro il 2020, per le azioni di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
- Una verifica ogni 5 anni delle azioni intraprese da ogni paese per applicare il proprio piano sul clima. La prima verifica verrà compiuta nel 2023.

 I punti critici 

Definito storico, perché per la prima volta ben 195 Paesi hanno sottoscritto un piano comune per limitare l'aumento delle emissioni di anidride carbonica in modo che la temperatura media globale non salga ancora, l’accordo di Parigi presenta ancora molti problemi aperti:

- Assenza di un piano dettagliato: i piani che i maggiori paesi hanno sottoposto alle Nazioni Unite dal 2014 sono insufficienti a evitare un riscaldamento globale serio e si basano su impegni, di natura volontaria, al taglio delle emissioni il prima possibile, senza un piano dettagliato di come raggiungere questi obiettivi.
- Obiettivi che rischiano di essere non realistici: per centrare l’obiettivo, le emissioni complessive – che pure dell’ultimo biennio sono diminuite – devono proseguire nella loro discesa, che anzi deve accelerare a partire 2020. Nel 2018 si chiederà agli Stati di aumentare i tagli delle emissioni. Il primo controllo quinquennale sarà nel 2023. Senza risorse e investimenti l’Accordo farebbe poca strada. Potranno contribuire anche fondi e investitori privati. Rimane questo un punto abbastanza controverso e certamente nelle prossime riunioni si dovrà lavorare per rendere operativo l’intero l’Accordo di Parigi. 
Il prossimo summit sul clima (Cop 22), che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre 2016, si occuperà essenzialmente di meglio definire la road map stabilita a Parigi. 


 Intanto i primi tre mesi del 2016 sono stati i più caldi in assoluto mai registrati . Gli scienziati della Nasa, che monitorano le temperature, hanno parlato di “emergenza climatica” 



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sabato 20 febbraio 2016

Social Network per Umberto Eco




Umberto Eco 
 Internet, Social Media e Giornalismo

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Umberto Eco: “Sui social legioni di imbecilli. Ecco perché saranno una fregatura”
Ricevendo la laurea honoris causa in Comunicazione all’Università di Torino, Umberto Eco, scomparso il 20 febbraio 2016 all’età di 84 anni, criticava ferocemente il Web e in particolare i social network (“diritto di parola a legioni di imbecilli”). Poi, sempre rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, Umberto Eco difendeva la carta stampata citando Hegel: “La lettura del giornale è la preghiera quotidiana dell’uomo moderno. Si tornerà all’informazione cartacea”



Umberto Eco ed il web: viaggio tra legioni di imbecilli?

Umberto Eco ha fatto una dichiarazione che ha infiammato il popolo del web, e ne stanno tutt´ora parlando. A proposito di internet e l´uso che si fa del web,  in particolare sui social network ha testualmente dichiarato: "Hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società", ha affermato il semiologo poco dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” perché «ha arricchito la cultura italiana e internazionale nei campi della filosofia, dell’analisi della società contemporanea e della letteratura, ha rinnovato profondamente lo studio della comunicazione e della semiotica». È lo stesso ateneo in cui nel 1954 si era laureato in Filosofia: «la seconda volta nella stessa università, pare sia legittimo, anche se avrei preferito una laurea in fisica nucleare o in matematica», scherza Eco. 

Le frasi di Eco in proposito del web erano riferite alla sempre maggiore circolazione di bufale in rete, ed inevitabilmente hanno avuto ampio risalto, soprattutto sugli stessi social network dei quali parla il professore. Gli utenti hanno infatti iniziato a chiedersi: ha ragione o no?

La risposta non è certamente semplice, e questo perché Eco ha sia ragione che torto nello stesso momento. Bufale e teorie del complotto sono sempre esistite, internet gli ha dato soltanto un mezzo per diffondersi più velocemente e capillarmente. E la storia ci insegna che anche gli imbecilli sono sempre esistiti: i social network gli hanno semplicemente garantito un palcoscenico sul quale scrivere assurdità che prima, sui media, al massimo trovavano spazio nella posta dei lettori.

Il punto focale del discorso è un altro, ed è stato messo in luce dallo stesso Eco, anche se il risalto è stato dato quasi esclusivamente alle frasi riguardanti i social network: l´eventuale volontà di "togliere voce" agli imbecilli (che comunque hanno anche loro diritto di parola) non può che scontrarsi con la difficoltà, quando non l´impossibilità, di distinguere quali fonti siano affidabili e quali no. Perché se da una parte esistono conclamati siti dediti all´invenzione di sana pianta delle loro "notizie", anche i grandi nomi dell´informazione non sono certo esenti da topiche clamorose.

Molto, troppo spesso la necessità di dare una notizia prima degli altri (o, e questo è molto più triste, il bisogno di pubblicare un tot di articoli al giorno) porta ad uno scarso controllo delle fonti anche per chi del fornire informazioni ha fatto una professione. E confrontare le varie campane nel tentativo di capire dove stia la verità, come suggerisce Eco, non è semplice, sia per limiti di tempo che per il fatto che molto spesso anche gli organi di informazione tendono a rincorrersi, a volte "copiando" il compito del vicino di banco.

Ci sarebbe in questo caso bisogno di una "educazione ad internet", che potrebbe e dovrebbe partire dalle scuole dove, come spiega Eco, si dovrebbe "insegnare a filtrare le informazioni di internet, cosa che neppure i professori di solito sanno fare, perché anche loro sono dei neofiti rispetto allo strumento". 

«La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità», osserva Eco che invita i giornali «a filtrare con un’equipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno». «I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno». 




GUARDA COME NON SCRIVERE UNA LETTERA

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COME SCRIVERE BENE IN ITALIANO


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domenica 14 febbraio 2016

Le onde gravitazionali spiegate in Video



onde gravitazionali spiegate in modo semplice

C’era una volta, circa 1 miliardo e 300 milioni di anni fa, la Terra.  Si trovava in quello che gli scienziati oggi chiamano periodo mesoproterozoico. Silenziosamente la vita si evolveva e questo è il momento dei cianobatteri e delle prime riproduzioni sessuali 
fra organismi unicellulari prima, pluricellulari poi. 

Nessuno, su questa Terra così giovane, può accorgersi di ciò che sta accadendo nel cosmo profondo. 
Due buchi neri, dopo una lunga danza uno attorno all’altro, stanno esaurendo la loro energia, non 
possono più stare lontani  e si avvicinano uno all’altro sempre di più, sempre di più fino, sempre più 
vicini fino  a quando, separati da poche centinaia di chilometri, iniziano a girare ad una velocità 
prossima a quella della luce (300.000 km/s circa). E’ questo il momento: le loro masse veloci disturbano lo spaziotempo proprio come l’acqua che bolle mette in agitazione
 la superficie di una pentola d’acqua. 


In una frazione di secondo, i buchi neri fondenti emettono tantissima energia, un’energia centinaia di 
volte più intensa di quella emessa da tutte le stelle dell’universo. Eccolo, nessuno lo vede ma si è 
formato un nuovo buco nero, 62 volte più pesante del nostro Sole. E lo spazio-tempo che lo accoglie, è tornato tranquillo. Ma c’è ancora traccia di quel fenomenale evento: ieri 11  febbraio 2016 la 
collaborazione LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, nome dell’esperimento) ha confermato che quella catturata il 12 settembre 2015 è proprio un’onda gravitazionale, dovuta alla 
nascita di buchi neri avvenuta 1,3 miliardi di anni fa.

Chi le ha “scoperte”? Albert Einstein nel 1916 aveva previsto l’esistenza delle onde gravitazionali 
nell’ambito della sua Teoria Generale della Relatività. Gli oggetti che hanno una massa deformano lo spaziotempo, proprio come un ippopotamo seduto su un letto deforma un materasso. Avrei potuto dire anche un gatto, ma la deformazione sarebbe stata poco visibile...
Ok, ma allora che cos’è lo spaziotempo? Lo spaziotempo è un’entità fisico-matematica, invisibile ai 
nostri occhi ma è l’”ambiente” in cui siamo immersi. Guardate l’angolo della stanza in cui siete: le tre linee perpendicolari fra loro esprimono le 3 dimensioni spaziali. Poi esiste la quarta dimensione. Vederla non è possibile, neanche toccarla o assaggiarla: però si può misurare ed è il tempo. Prima del Big Bang non esisteva nulla, non solo le stelle e tutto il resto ma neanche lo spaziotempo. E oggi che l’Universo si sta espandendo, lo spazio-tempo si estende con lui.

Ora torniamo all’ippopotamo sul letto.  Prendiamo una pallina e facciamola rotolare come si fa a 
bowling, partendo da un angolo dal letto. Cosa succede alla pallina? Rotola verso l’ippopotamo perché intorno a lui il materasso si piega. Allora immaginiamo che al posto dell’ippopotamo ci sia il Sole. E che il materasso diventi invisibile ai nostri occhi. E lanciamo ancora la pallina. Che cosa vedremmo? La  pallina che “cade” verso il Sole. Ecco, la gravità è questo: è una curvatura dello spaziotempo e non una forza! Per capire meglio, se lo spaziotempo fosse bidimensionale, potremmo immaginarlo come un tessuto elastico su cui appoggiano le cose: il Sole, la Luna, le stelle, tutto! La massa degli oggetti “deforma” il tessuto dello spazio tempo, proprio come l’ippopotamo deforma il materasso. E un buco nero, che è pesantissimo,  si ipotizza che possa lacerare il tessuto dello spaziotempo, formando dei "tunnel" spaziotemporali attraverso i quali "viaggiare" da un punto all'altro dell'Universo.



E le onde gravitazionali allora cosa sono? Sono le vibrazioni del “tessuto” spaziotemporale dovute al 
fatto che i corpi sono in moto accelerato (cioè la loro velocità aumenta o diminuisce) e questo moto non è perfettamente sferico. Quindi quando corpi con grande massa come stelle o buchi neri si muovono, provocano onde gravitazionali che sottraggono loro energia.
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Ma allora anche la Terra che gira intorno al Sole provoca onde gravitazionali? Sì e per questo motivo 
perde un po’ della sua energia e quindi tende a ad avvicinarsi sempre di più al Sole (ogni giorno si 
avvicina di 0,0000000000000001 metri) ma stiamo tranquilli: non cadremo sul Sole perché ci vorrebbe un tempo pari a 10.000.000.000.000 volte la vita dell’Universo (che ha circa 15 miliardi di anni) e prima che questa “perdita” possa far cadere la Terra sul sole come una mela matura, il nostro pianeta sarà prima inghiottita dal Sole,  che si gonfierà come un soufflè e si trasformerà poi in una nana bianca (non c’è scampo terrestri!).

Gli scienziati che hanno studiato e catturato le onde gravitazionali sono stati in grado di dedurre dalle 
stesse la massa dei buchi neri che le hanno prodotte, la velocità orbitale e il preciso momento in cui le superficie si sono toccate. La Teoria della Relatività Generale ha vinto un’altra volta: le coppie di buchi neri esistono e quando i due partner si fondono, il nuovo buco nero tende a una forma  sferica.

L’ esistenza delle onde gravitazionali è fondamentale perché mette un limite alla velocità con cui i corpi interagiscono (o si scambiano informazioni) fra loro. Per esempio il Sole emette raggi luminosi ma questa luce visibile impiega un po’ per arrivare fino a noi (8 minuti), quindi non è istantanea. In altre parole, se il Sole per assurdo si spegnesse come fa  una lampadina al click di un interruttore, 
vedremmo ancora per 8 minuti la sua immagine. Una curiosità: le onde gravitazionali non esistono nella teoria della gravitazione di Newton, dove le interazioni fra corpi sono a velocità infinita.

L’intuizione di Einstein
Giornali e social network traboccano di articoli sulla rilevazione delle onde gravitazionali, fatto davvero decisivo per la fisica, per la scienza in generale, e pure per l’immagine dell’universo in cui ci troviamo a vivere. Non si insisterà mai abbastanza sul valore fondante e cognitivo della scienza, a dispetto delle tendenze anti-scientifiche che oggi prevalgono in molti ambienti filosofici.
Dunque è vero, come recita la teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein nell’ormai 
lontano 1915, che la gravità altro non è che una manifestazione della curvatura dello spaziotempo. Il 
quale, a sua volta, è una sorta di lenzuolo a quattro dimensioni dove il tempo, per l’appunto, è la quarta.Non solo. I celebri buchi neri, spesso al centro di libri e film di fantascienza, stanno diventando sempre più “reali” visto che, ormai, si riesce a osservarne il comportamento in un passato lontanissimo. Miracoli – si potrebbe dire – dell’ingegno e dell’immaginazione umani, che riescono a trascendere i meri dati empirici proiettandoci in dimensioni prima sconosciute dell’universo.

Hanno quindi ragione Einstein e altri scienziati – per esempio l’italiano Carlo Rovelli – che ci invitano a riflettere su una frase pregna di significato: “La realtà non è come ci appare”. L’avevano già capito tanti filosofi a partire dall’antichità per arrivare ai giorni nostri, insistendo sulla dicotomia “apparenza-realtà”.
Si può notare che, in quel caso, si tratta di mere argomentazioni astratte, basate sulla speculazione 
pura e senza il sostegno di riscontri empirici. Democrito era giunto a ipotizzare l’esistenza degli atomi senza che il mondo circostante gli fornisse il benché minimo riscontro, e solo a distanza di tanti secoli si appurò che il suo ragionamento non era affatto campato in aria.
Sarebbe tuttavia errato pensare che la scienza percorra un cammino del tutto diverso, come hanno 
sostenuto – e tuttora sostengono – positivisti e neopositivisti. A loro avviso il progresso scientifico è 
dovuto a una costante accumulazione di dati in cui il metodo induttivo gioca un ruolo chiave.
La storia della scienza degli ultimi secoli dimostra proprio il contrario, giacché le scoperte e i risultati più sensazionali sono stati ottenuti grazie alla deduzione non basata su dati disponibili e, soprattutto, in virtù di creatività, intuizione e fantasia.
E qui è necessario rammentare anche un classico come “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” di 
Thomas Kuhn. Lo storico e filosofo della scienza americano tracciò una distinzione tra scienza 
“normale” e “straordinaria”. Scoperte decisive avvengono quando la comunità scientifica comincia ad abbandonare un vecchio “paradigma” per adottarne uno nuovo e, a quel punto, cambia la nostra 
visione del mondo. E a volte cambia in maniera così radicale da indurci a ritenere che la visione nuova sia addirittura “incommensurabile” rispetto alla precedente.
Relatività e meccanica quantistica rappresentano i due casi più emblematici di paradigmi nuovi nella 
nostra epoca. E, ovviamente, la storia non è affatto finita, poiché è ipotizzabile che altri paradigmi si 
faranno strada nel prossimo futuro.
Ciò che davvero conta, tuttavia, è capire che Einstein usò intuizione, creatività e fantasia, doti di cui 
solo gli scienziati di genio – o “straordinari”, come direbbe Kuhn – sono dotati. La pratica scientifica è rigorosamente selettiva e per niente egualitaria. Il fisico geniale è colui che riesce a trascendere i dati quotidiani intuendo, come prima si diceva, che la realtà non è come ci appare.
Proprio per questo Einstein non credeva affatto a un metodo scientifico standard, valido per tutti, e 
basato sul processo automatico input-output. Fosse davvero così, ognuno potrebbe diventare un 
grande scienziato.
E invece è il contrario. Per esserlo occorre avere doti non comuni e proiettarsi con l’intuizione al di là dell’apparenza. E non tutti ne sono capaci: anzi pochissimi. A riprova del fatto che, nella scienza come altrove, la genialità individuale non è mai riducibile a criteri massificanti.

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lunedì 1 febbraio 2016

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Nudità ed Arte



La nudità pur se è  sempre stata rappresentata nell’arte di tutti i secoli ha creato disagi e turbamenti 
tanto da essere stata spesso censurata  da chi l’ha ritenuta offensiva e pornografica.
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Questo straordinario cortometraggio d’animazione in 3D dal titolo “None Of That” realizzato dalle menti geniali di  Isabela Littger, Anna Hinds Paddock e Kriti Kaur mostra un insolito incontro tra la guardia di sicurezza di un Museo d’Arte e una stravagante quanto determinata suora attiva nel coprire tutte le parti intime delle sculture e dei quadri presenti nel museo. Anche il povero David viene preso di mira e il povero sorvegliante per evitare che anche le nudità del capolavoro di Michelangelo vengano coperte si esibisce in uno spettacolo che però non fermerà la piccola e caparbia suora che anzi  metterà nei guai l’uomo. Il video è divertente e geniale!

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lunedì 11 gennaio 2016

David Bowie




David Bowie

Il cantautore e compositore britannico si è spento domenica notte all'età di 69 anni. L'annuncio sul suo profilo ufficiale Twitter e Facebook: "Dopo 18 mesi di lotta contro il cancro se ne è andato serenamente circondato dalla sua famiglia". La conferma della sua morte è arrivata anche dal figlio Duncan Jones, in un post su Twitter. Se ne va un grande artista che ha segnato la storia della musica rock degli ultimi 50 anni.

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David Bowie, pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947 – 10 gennaio 2016), è stato un cantautore, polistrumentista, attore e compositore britannico.

Attivo dalla metà degli anni sessanta, Bowie ha attraversato cinque decenni di musica rock, 
reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, 
Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il "Duca Bianco"). Dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato molti artisti.

Come attore, dopo alcune piccole apparizioni, ha avuto un ottimo successo nel 1976 come protagonista del film di fantascienza L'uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg. Tra le sue interpretazioni più note si ricordano Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) di Nagisa Oshima del 1983, Absolute Beginners e Labyrinth del 1986, e Basquiat di Julian Schnabel del 1996, nel quale interpreta il ruolo di Andy Warhol.

David Bowie è sposato dal 1992 con la top model somala Iman Mohamed Abdulmajid ed ha due figli, Duncan Zowie Haywood (nato nel 1971 dal precedente matrimonio con Mary Angela Barnett) e Alexandria Zahra (nata nel 2000), oltre a Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman. Nel 2008 è stato inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e tra le sue migliori "tracce vocali" ci sono Life on Mars?, Space Oddity, Starman ed "Heroes". Nel 2007 è indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco del mondo.

Al ritmo di un disco all'anno, Bowie per parecchi anni nel bene e nel male non si è mai limitato a creare un "marchio Bowie" uguale a se stesso e rassicurante: dalle nostalgie beat con Pin Ups, agli incubi orwelliani di Diamond Dogs, al R&B bianco con Station to Station e Young Americans, all'electro pop intellettuale che, secondo molti critici, costituirà la fase più creativa della sua carriera fra il 1977 e il 1979, con la cosiddetta "trilogia berlinese" di Low, "Heroes" e Lodger, album in realtà (salvo il secondo) realizzati solo parzialmente a Berlino, ma comunque fortemente influenzati dalle contaminazioni tra rock ed elettronica di cui erano maestri i Kraftwerk e i Neu!,
 gruppi entrambi tedeschi.


Decisivo l'incontro con Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music del dandy Bryan Ferry. Altrettanto decisivo un successo ormai consolidato che permette all'artista di 
sperimentare soluzioni nuove senza inseguire il riscontro commerciale. Nel frattempo il personaggio non è più l'androgino Ziggy Stardust ma un thin white duke ("sottile duca bianco") dalle inquietanti 
suggestioni androgine sotto uno stile musicale esteriormente sempre più virile, colto, e raffinato.

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giovedì 7 gennaio 2016

Video nella citta' dell' Isis


Ruqia Hassan scriveva su internet con lo pseudonimo Nisan Ibrahim

Siria: Isis uccide l’unica reporter donna rimasta a Raqqa.

 “Loro mi tagliano la testa, io ho la dignità”

Sfidava l’Isis con articoli ironici sul web, uccisa l’unica giornalista indipendente di Raqqa
Ruqia Hassan denunciava le condizioni di vita nella roccaforte del Califfato in Siria

Ad annunciarlo sono stati gli attivisti locali citati dall’associazione giornalistica Syria Direct. La donna, 30 anni, sarebbe stata uccisa a settembre dagli uomini dell'autoproclamato Califfato

È stata uccisa l’unica reporter indipendente donna che da Raqqa, roccaforte jihadista in Siria, aveva continuato a osare sfidare negli ultimi mesi l’Isis con le sue cronache cittadine, le sue denunce e la sua sferzante ironia sul web. Lo annunciano attivisti locali citati dall’associazione giornalistica Syria Direct e ripresi oggi da media britannici, stando ai quali da ottobre sale ad almeno 5 il numero dei giornalisti controcorrente assassinati dai seguaci del Califfo. 

“ERA UNA SPIA”  
La morte della ragazza, Ruqia Hassan, fattasi conoscere sulla rete come una coraggiosa “citizen journalist”, talvolta con lo pseudonimo di Nisan Ibrahim, risalirebbe a qualche tempo fa. Ma solo nei giorni scorsi sembra che l’Isis abbia comunicato ai genitori di averla «giustiziata» in quanto «spia», raccontano gli attivisti, diffondendo anche quelli 
che vengono presentati come gli ultimi tweet di Ruqia. 

L’ARMA DELL’IRONIA  
«Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte - vi si legge - ma quando l’Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà tutto ok, perché loro mi taglieranno testa e io ho la dignità. Meglio che vivere nell’umiliazione sotto l’Isis». L’Independent traduce poi l’ultimo post sul profilo Facebook della ragazza, pubblicato a luglio per ironizzare sulla guerra al wi-fi dichiarata dai jihadisti nella sua città. «Avanti - scriveva Ruqia - tagliateci internet, i nostri piccioni viaggiatori non se ne lamenteranno». 

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Un video rubato nascondendo la telecamera sotto il niqab, il velo nero che copre obbligatoriamente tutte le donne che vivono a Raqqa, la capitale del califfato islamico, in Siria. Lo ha girato una giovane della città siriana, da oltre un anno sotto il tallone delle milizie islamiste. Si vedono le vie piene di barbuti armati, come nella Kabul ai tempi dei taleban. Da due uomini a bordo di una macchina arriva un rimprovero: “Ehi, che fai”. La giovane viene rimproverata perché mostra parte del viso. Ma risponde con ironia: “Si vede che il mio niqab è trasparente”.
Poi la giovane entra in un seminterrato: un Internet Point nel cuore di Raqqa. Madri e ragazze che comunicano con parenti all’estero, molti in Francia, via e-mail e Skype. Le giovani sono le più radicalizzate, non vogliono tornare in Europa “perché ci troviamo bene qui”. E un’altra: “Tutto quello che vedete sulle tv occidentali è falso!”. E le madri non capiscono una scelta così radicale.

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