Trovati in Sudafrica i resti di una specie umana vissuta tre milioni d’anni fa.
All’interno dell’ insieme di grotte, Rising Star, in Sudafrica, ad un’ora di macchina da Johannesburg, è stata ritrovata una camera mortuaria con resti di scheletri appartenenti a quindici individui di una nuova specie umana.
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I “naledi” ( corpo luminoso celeste tradotto letteralmente dalla lingua Sotho del sud), come sono stati chiamati dai ricercatori, sono stati classificati nel gruppo “Homo”, dunque si tratta di un nostro antenato, in grado di organizzare riti funebri. Lee Berger, a capo dei ricercatori, crede che i naledi abbiano vissuto in Africa tre milioni di anni fa e potrebbero essere l’anello di congiunzione tra bipiedi più primitivi e l’uomo.Sempre secondo Berger, la scoperta è importantissima, in quanto si tratta di una specie estinta, finora sconosciuta, scoperta solo ora nella Camera Dinaledi nelle grotte di Rising Star, la culla dell’umanità.
L’Uomo Naledi è caratterizzato da una massa corporea e da una statura simile a un essere umano piccolo, iI cui cranio è particolarmente ridotto, il suo volume è simile all’australopiteco. La sua morfologia è unica, ma assomiglia a quella del primo Homo sapiens, inclusa quella del Homo erectus, Homo habilis, homo rudolfensis.
Proprio perché è primitivo, la dentatura è piccola e semplice nell’occlusione morfologica.
Le tecniche manipolative delle mani e del polso sono simili a quelle umane, altrettanto il piede e l’arto inferiore. Il suo aspetto umano è in netto contrasto con la parte posteriore del cranio, più simile all’australopiteco, come pure il tronco, le spalle, il bacino e il femore. E’ il più grande raggruppamento di una singola specie di ominidi mai ritrovato in Africa.
Il tunnel che porta alla camera mortuaria è assai stretto ed angusto. Non ci si arriva per caso, bisogna essere agili e consci di voler andare proprio in quel luogo. Gli scienziati hanno dimostrato che la morfologia della grotta non è mai cambiata durante i millenni. Risulta dunque chiaro che i naledi erano in grado di organizzare loro riti funebri.
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Homo naledi, una nuova specie umana che farà molto discutereCon caratteristiche ancora scimmiesche e parti molto simili al sapiens, una nuova specie di Homo è venuta alla luce in una caverna del Sud Africa. Potrebbe avere 3 milioni di anni.
La scoperta è importante, eccezionale e farà discutere a lungo perché una scoperta del genere non era mai stata realizzata e neppure si ipotizzava di poterla fare.
Nella grotta del Sud Africa chiamata Rising Star che si trova a circa 50 chilometri da Johannesburg sono venuti alla luce circa 1.500 reperti fossili che appartengono, probabilmente, ad almeno 15 individui di una nuova specie di Homo, chiamata Homo naledi. E probabilmente altri reperti potrebbero ancora venire alla luce.
CERVELLO DA GORILLA. Che cosa ha di così particolare questa scoperta? Due sono gli elementi importanti che sottolineano i ricercatori. Il primo riguarda le caratteristiche della nuova specie, la seconda il gran numero di reperti che permetterà di conoscere più cose del H. naledi che di quasi tutte le altre specie di Homo note finora.
Homo naledi aveva un cervello molto più piccolo rispetto alle altre specie di Homo, tanto da assomigliare di più al cervello di un gorilla che non a quello di un umano, e anche il bacino e le spalle erano piccole.
Ma i denti, relativamente minuti, le gambe lunghe e la struttura dei piedi lo avvicinano di molto all’uomo moderno.
«Abbiamo scoperto qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedere nella mia vita», ha detto Lee Berger, autore della ricerca .
Al momento non si è ancora definito con precisione il periodo in cui visse quella specie di Homo, ma è assai probabile che quegli individui fossero i primi del genere Homo e quindi dovrebbero avere un’età di circa 3 milioni di anni. «La scoperta è di grande interesse perché ci dice ancora una volta che la natura sperimentò diverse strade evolutive, una delle quali avrebbe portato all’Homo Sapiens», ha detto Berger.
PENSIERI DA SAPIENS. Il secondo elemento di importanza di questa scoperta, ossia la grande quantità di fossili trovati, darà modo ai paleontologi di studiare l’evoluzione dei singoli individui, dai bambini agli anziani, oltre che capire quali erano le differenze tra i maschi e le femmine e probabilmente molte delle loro abitudini alimentari.
SEPOLTI? C’è poi un ulteriore elemento che ha sorpreso i ricercatori. Quei corpi sembrano essere stati volutamente portati in fondo alla grotta dove sono stati scoperti, come se si fosse voluto dare loro una sepoltura. «Questo sarebbe oltremodo sorprendente – sottolinea ancora il ricercatore – perché vorrebbe dire che quegli esseri erano capaci di comportamenti rituali e di pensiero simbolico, un elemento che si ipotizzava associato solo con l’Homo sapiens e il Neanderthal».
SPELEOLOGHE ALL’OPERA. Va sottolineato che questa ricerca ha chiesto l’aiuto di speleologi di grande esperienza, perché l’antro della caverna era così angusto che si richiedevano notevoli doti tecniche di esplorazione e anche un corpo molto minuto. Sono state infatti, donne-speleologo a lavorare nella prima fase della ricerca. «La prima volta che sono arrivata nella camera dove c’erano le ossa fossilizzate ho provato una sensazione simile a quella che deve aver provato Howard Carter quando aprì la tomba di Tutankhamon», ha detto Marina Elliott, una delle speleologhe.
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