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domenica 29 luglio 2018

Eclisse di Luna Rossa accanto a Marte

Perché si verifica l’eclisse di Luna? Le eclissi di Luna si manifestano quando la Luna si immerge nel cono d’ombra prodotto dalla Terra, quindi deve necessariamente trovarsi dalla parte opposta rispetto al Sole, è per questo motivo che le eclissi di luna si manifestano solo durante la Luna Piena. Ma, attenzione, siccome l’orbita della Luna è inclinata di circa 5° rispetto a quella della Terra, le eclissi non si verificano ad ogni Luna Piena, ma solo quando essa viene a trovarsi contemporaneamente sia in fase di plenilunio sia sul piano dell’eclittica. Quindi le eclissi non avvengono ogni mese, ma sono decisamente più rare.


Eclisse di Luna accanto a Marte


Tutto ciò che devi sapere a proposito dell'Eclisse di Luna più lunga di questo secolo



Eclisse di Luna accanto a Marte

La Luna ci regalerà la più lunga eclisse di questo secolo,
 e lo farà accanto a Marte,
che si trova nel periodo più favorevole per essere osservato.

Eclisse di Luna Rossa


Perché si verifica l’eclisse?
Perché questa eclisse sarà la più lunga del secolo?
Perché Luna Rossa?
Quali sono gli orari?
Perché Marte sarà accanto alla Luna Rossa?
Come osservare il fenomeno?


Perché si verifica l’eclisse di Luna?
Le eclissi di Luna si manifestano quando la Luna si immerge nel cono d’ombra prodotto dalla Terra, quindi deve necessariamente trovarsi dalla parte opposta rispetto al Sole, è per questo motivo che le eclissi di luna si manifestano solo durante la Luna Piena.

Ma, attenzione, siccome l’orbita della Luna è inclinata di circa 5° rispetto a quella della Terra, le eclissi non si verificano ad ogni Luna Piena, ma solo quando essa viene a trovarsi contemporaneamente sia in fase di plenilunio sia sul piano dell’eclittica. Quindi le eclissi non avvengono ogni mese, ma sono decisamente più rare.



Perché questa eclisse sarà la più lunga del secolo?
In questa occasione si combineranno due fattori favorevoli:

la luna attraversa il cono d’ombra terrestre, passando per il suo centro geometrico, quindi la durata sarà maggiore rispetto ad altre eclissi
la Luna si troverà all’apogeo (punto più lontano dalla terra) quindi apparirà un pochino più piccola del solito, ragione per cui rimarrà immersa del cono d’ombra della terra molto più a lungo del consueto.
Questa eclisse avrà infatti una durata record di 103 minuti, la più lunga di questo secolo.

Perché Luna Rossa?
Quando la Luna si immerge nel cono d’ombra terrestre non dovrebbe vedersi affatto, invece la si può ancora scorgere di un tenue colore rossastro.

Questo accade in quanto una piccola parte dei raggi del Sole, attraversando la nostra atmosfera, vengono da questa filtrati assumendo una colorazione rossastra, poi vengono anche deviati all’interno del cono d’ombra terrestre dove, sul loro cammino, troveranno la Luna che verrà quindi “dipinta” di rosso: la Luna Rossa appunto.



Quali sono gli orari?
Tralasciando la fase di ingresso della luna nella penombra terrestre, il cui calo di luminosità si scorge a malapena, vediamo subito gli orari delle fasi più interessanti.

20:24 (ora italiana) – la Luna inizia ad immergersi nel cono d’ombra terrestre, quindi inizierà ad apparire “morsicata”.
ATTENZIONE, in questa fase la luna apparirà molto BASSA sull’orizzonte, quindi potresti approfittarne per fotografarla vicino a qualche elemento naturale o architettonico e realizzare quindi una foto molto suggestiva.
21:30 – inizia la fase di Eclisse Totale, la luna completamente immersa nell’ombra terrestre, acquisisce la sua caratteristica colorazione rossastra.
23:13 – termina la fase di totalità, dopo 103 lunghissimi minuti, la luna inizierà ad uscire dal cono d’ombra terrestre, apparirà di nuovo morsicata
00:19 (del 28 luglio) – la Luna sarà completamente emersa dal cono d’ombra, termina quindi anche la fase di parzialità dell’eclisse.
Perché Marte sarà accanto alla Luna Rossa?
Proprio in questi giorni, Marte si trova all’opposizione, cioè anche lui come la Luna, sarà dalla parte opposta rispetto a quella del Sole. Quindi i due astri, entrambi nella medesima porzione di cielo, si troveranno in congiunzione, cioè appariranno angolarmente molto vicini tra essi, a meno di 6° di distanza reciproca: si tratta della congiunzione Luna-Marte.

Quindi potremo ammirare nel cielo due astri rossi, Marte e la Luna, nella sua fase di eclisse totale.

Sarà uno spettacolo davvero irripetibile.

In questo periodo poi, trovandosi in opposizione, Marte sarà anche alla minima distanza dalla Terra.

Sarà il periodo migliore per osservarlo al telescopio.

Come osservare il fenomeno?
Per osservare l’eclisse di luna, come anche la sua congiunzione con Marte, non sono essenziali particolari strumenti astronomici.

Anzi andrebbe bene osservarli anche ad occhio nudo.

Tuttavia se disponi di un binocolo, o anche un piccolo telescopio,
sarà suggestivo osservare la Luna rossa più da vicino.

Sono certo che centinaia di associazioni di astrofili, in tutta Italia, organizzeranno moltissime manifestazioni in questa occasione.

Il mio suggerimento è quello di contattare la più vicina a te ed approfittarne per partecipare alle loro manifestazioni, potrai osservare attraverso i loro telescopi.



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lunedì 9 luglio 2018

Carlo Vanzina è stato ben più dell’inventore del Cinepanettone

Carlo Vanzina è stato ben più dell’inventore del Cinepanettone


«Devo molto a Carlo perché è lui che mi ha scoperto e mi ha dato la possibilità di fare il primo film con lui, Sapore di Mare. Lo conosco da quando aveva 14 anni e giorni fa mi aveva detto che non vedeva l’ora di tornare al lavoro e credeva di farcela. È un dispiacere enorme perdere un amico». Così Christian De Sica, ricordando il regista Carlo Vanzina, scomparso a Roma dopo una lunga malattia: aveva 67 anni. Re della commedia, creò il cinepanettone. In 40 anni di carriera ha realizzato circa 60 film (da Sapore di Mare a Vacanze di Natale).

Regista, sceneggiatore e produttore, col fratello Enrico che si è dedicato più alla scrittura, Carlo è vissuto nel mondo del cinema fin dall’infanzia (a un anno era il piccolo Filippo in Totò e le donne diretto dal padre). Del fatto di essere stato favorito, per le origini, nella carriera ne andava fiero e da ogni occasione ricordava, riconoscente, la figura del padre e il fatto che nella sua casa fossero passati tutti: Totò, Ugo Tognazzi, Mario Monicelli, Ennio Flaiano, Mario Camerini e Dino Risi.

Cinepanettoni per Italiani con un Neurone solo

Ridurre Carlo Vanzina a una sola tipologia sarebbe fare un grosso torto a questo regista prolifico e capace di recuperare la tradizione dell’idea di un «cinema medio», professionale e rispettoso dei gusti del pubblico, attento ai cambiamenti del costume

Nato «fuoristagione» nel 1983 con «Sapore di mare» (prima proiezione il 17 febbraio) ma poi subito rientrato nei ranghi con «Vacanze di Natale» (il 22 dicembre di quello stesso anno). Ma ridurlo a una sola tipologia sarebbe fare un grosso torto a questo prolificissimo regista che, in coppia col fratello sceneggiatore Enrico, ha cavalcato il cinema popolare italiano per quattro decenni – la prima regia fu «Luna di miele» in tre (1976), l’ultima «Caccia al tesoro» (2017) – coprendone quasi tutti i generi. Con esiti alterni, bisogna dirlo, a volte anticipando le svolte del Paese («Le finte bionde» intercettava l’onda del qualunquismo e il culto dell’ego con bella lungimiranza sul ventennio berlusconiano. E per questo forse non fu un successo al botteghino), altre volte accontentandosi di mettere in farsa quello che arrivava dalle cronache dei giornali («S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa» anticipava Tangentopoli ai tempi di Poppea. Con una volgarità che ne decretò il successo al botteghino).

Altre volte ancora cercando di recuperare quell’idea di «cinema medio», professionale e rispettoso dei gusti del pubblico, tradizionale ma anche piacevole e attento ai cambiamenti del costume, che l’Italia aveva perso con la fine della stagione d’oro della sua commedia e che Carlo (ed Enrico) Vanzina inseguivano. Lo si intuisce in film come «I mitici – Colpo gobbo a Milano» (dove si rifà allo spirito dei «Soliti ignoti» ma anche di «Sette uomini d’oro»), in «Il pranzo della domenica» che è probabilmente la loro miglior riuscita, nei tentativi di percorrere generi insoliti – il film di cappa e spada («La partita»), il giallo («Tre colonne in cronaca») – nel piacere della rivisitazione («Febbre da cavallo – La mandrakata») fino ai recentissimi «Non si ruba a casa dei ladri» e «Caccia al tesoro», dove la commedia si colora di una leggerezza insolita per il nostro cinema commerciale, capace di ritrovare un sguardo bonario ma non corrivo, venato di un moralismo non sgradevole.

Certo, tra i 73 film (e tre mini-serie televisive) che Carlo Vanzina ha diretto ci sono molti titoli dimenticati e dimenticabili, ma anche tantissimi volti che devono a lui e alla sua capacità di trarne il meglio il trampolino per la propria carriera: Abatantuono naturalmente, e poi Isabella Ferrari, Monica Bellucci (che nei «Mitici» rivelava doti di autoironia che poi il cinema ha poco sfruttato), evidentemente Christian De Sica, e ancora Max Tortora, Ricky Memphis, Maurizio Mattioli. Anche Valeria Marini e Manuela Arcuri hanno trovato con lui dei piccoli momenti di gloria.
E sicuramente ne dimentico altri.



Probabilmente ha diretto troppi film, spesso anche due all’anno, e nella quantità il rischio della routine o della superficialità era sempre presente, eppure di fronte alle pochezze di certi giovani «autori» il cinema di Carlo Vanzina dimostra una qualità indubbia: non ha mai abdicato alla voglia di credere in quel prodotto medio che l’industria italiana da troppi anni non è più stata capace di coltivare. E che lui invece aveva sempre inseguito.



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domenica 1 luglio 2018

Cigno Nero al Parco Lambro


Cigno Nero al Parco Lambro

Il cigno nero è una specie tipica dell’Australia meridionale e della Tasmania, in seguito introdotta anche in Europa e nell’America Settentrionale. Vive prevalentemente in ambienti acquatici ricchi di vegetazione. Gli adulti presentano una livrea uniformemente nera, con l’eccezione di alcune piume bianche sulle ali; il becco rosso brillante è attraversato da una linea bianca. Sedentario e crepuscolare, il cigno nero si nutre in prevalenza di vegetali. Tra febbraio e settembre depone 5-6 uova, che si schiudono dopo 35-48 giorni.

NOME COMUNE:
Cigno nero
NOME SCIENTIFICO:
Cygnus atratus
ORDINE:
Anseriformes
FAMIGLIA:
Anatidae
DESCRIZIONE: 
Chiamato cigno nero per la colorazione del suo piumaggio, è un uccello imponente. Ha dimensioni analoghe a quelle di un cigno reale. Ha caratteristico becco rosso brillante, attraversato da una linea bianca, ed occhio arancione. Le remiganti sono bianche.
DISTRIBUZIONE:
E' originario dell'Australia e della Nuova Zelanda e vive prevalentemente in ambienti acquatici, ricchi di vegetazione. Migra spesso per sfuggire ai periodi di siccità. E' stato introdotto in Indonesia e in Spagna.
ALIMENTAZIONE: 
E' onnivoro (mangia insetti, larve, crostacei, pesciolini..) e si nutre prevalentemente di vegetali.
RIPRODUZIONE: 
Nidifica in consistenti colonie e le coppie formate rimangono fisse per sempre. Fa il nido nascosto nella vegetazione, in prossimità dell'acqua. Per costruire il nido la femmina usa paglia ed erbe secche e piume che si strappa dal ventre. Depone 5-6 uova, che si schiudono dopo 35-48 giorni.
CURIOSITA’:
In Australia è stato a lungo perseguitato dagli aborigeni che lo consideravano un alleato del diavolo.

Cigno Nero al Parco Lambro

Il Cygnus Atratus è originario dell’Australia, anche se al giorno d’oggi si trova anche in Europa e America per abbellire gli stagni dei giardini privati. Allo stato selvatico vive in laghi poco profondi e coste marine; per potersi nutrire, introduce in acqua il collo lungo un metro.

Maschi e femmine hanno entrambi le piume dello stesso colore (nero) e il becco è rosso con la punta bianca. Quando nascono, i pulcini sono biancastri con il becco nero. Gli adulti possono raggiungere i 140 centimetri e pesare 5 chili; i maschi sono più grandi delle femmine. 

Sono animali molto socievoli e, sebbene non migrino, si spostano fino a cento chilometri in cerca di cibo per l’intera colonia. Erbivori, la loro dieta è costituita da piante acquatiche di ogni tipo.

Nella stagione delle piogge costruiscono i nidi sulla vegetazione acquatica, in prossimità di altre coppie (sono anch’essi monogami, come i cigni bianchi), con le quali formano una colonia.

Le femmine depongono tra le tre e le sette uova e le covano per 45 giorni. All’inizio i piccoli “viaggiano” sulla schiena dei loro genitori, a sei mesi sanno già volare e a due anni diventano adulti.



Cigno Nero al Parco Lambro












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Milano: sul Naviglio col Barcone


 Gita sul Naviglio


Percorso storico culturale dei Navigli Milanesi di 55 minuti. Si offre al visitatore la possibilità di immergersi negli antichi luoghi solcati dai barconi che rifornivano di svariati beni la vecchia Milano.

Milano: sul Naviglio col Barcone
 VICOLO LAVANDAI
Milano: sul Naviglio col Barcone

La partenza è situata in Alzaia Naviglio Grande 4, dopo pochissimi metri dall’ormeggio si può ammirare il Vicolo dei Lavandai, uno dei numerosi lavatoi dove le donne per secoli hanno pulito a forza di braccia i panni dei milanesi. Proseguendo si arriva all’approdo in Alzaia Naviglio Grande 66, presso il Palazzo Galloni, dove ha sede il centro dell’Incisione. Segue uno dei più significativi complessi monumentali del primo tratto del canale, composto dalla Chiesa, dal Ponte e dal lavatoio di San Cristoforo. Dalla chiesa binata di San Cristoforo, capolavoro del XIV secolo, duchesse, re ed imperatori partivano per entrare a Milano, via acqua. Superata la chiesa l’imbarcazione farà inversione di marcia per tornare verso il Vicolo dei Lavandai e, passando sotto il ponte detto dello ‘Scodellino’, così chiamato per le vecchie osterie, si entra nella Darsena, un tempo autentico porto di interscambio per il commercio con il Lago Maggiore, grazie ai 1000 metri di banchine attrezzate per l’attracco delle chiatte che ne facevano uno dei più grandi porti interni del Mediterraneo.

Oggi la riqualificazione della Darsena è uno dei progetti che Expo Milano 2015 ha lasciato in eredità a Milano e alla Lombardia. Con questo intervento la Darsena viene restituita alla città e torna a essere luogo storico e simbolo di Milano. L’intervento ha riportato alla luce tracce della vecchia rete idroviaria milanese. L’Olona, il fiume che per diversi secoli ha dato acqua e prosperità alla città, fino a pochi mesi fa scorreva sotto di essa, dimenticato. Oggi l’intervento di riqualifica ha riportato alla luce il suo sbocco nella parte nord della Darsena. Dal lato di Porta Ticinese è stata riaperta una parte del Ticinello con il suo ponte a tre arcate. Questo cavo, rimasto nascosto per oltre un secolo sotto il vecchio mercato comunale, prende l’acqua dalla Darsena e la porta fino al Lambro meridionale. A sud inizia il Naviglio Pavese che collega Milano a Pavia con un sistema di 12 conche di navigazione.

Terminata la visita della nuova Darsena si fa ritorno al pontile di partenza.




Gita in Barcone sul Naviglio a Milano



 In questa chiesa c'è da fare una lunga fila per poter Sposarsi



 L' Acqua del Naviglio dal Traghetto
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