Hang
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Ancestrale e moderno, tribale e futuristico, spirituale e
tecnologico. Coppie di aggettivi apparentemente inconciliabili, eppure
calzanti nel descrivere le due anime simboliche in questo peculiare
strumento musicale creato ormai quasi dieci anni fa dalla PANART,
azienda artigianale di Felix Rohner e Sabina Scharer.
I due artigiani, da sempre dediti alla costruzione di percussioni in
metallo (Steelpan, Gamenlan, Gong, Ciotole tibetane), per andare
incontro alle particolari richieste di Reto Weber, noto percussionista
svizzero in cerca di uno strumento che fosse evoluzione del Gatham,
abbinarono uno Steelpan rovesciato ad una semisfera dello stesso
metallo, dotata di un foro centrale di sfiato. Il risultato fù una sorta
di disco armonico da suonare con le mani, che univa i sovratoni e le
note penetranti del metallo all’afflato gutturale del Gatham.
A questa nuova creatura venne attribuito il nome di Hang che, nel dialetto bernese, significa “mano”.
Restavano però ancora da risolvere alcune problematiche: l’ingombro
dello strumento ne rendeva scomodo l’utilizzo e poco incisiva la
componente risonante dell’aria all’interno del corpo.
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Gli artigiani intrapresero così un percorso teso allo sviluppo di
materiali, forma e intonazione che li portò nell’evoluzione dello
strumento ad avvalersi di studiosi ed esperti di fisica e metalli. La
forma del corpo diventò più piccola e schiacciata, permettendo al
percussionista una maggiore comodità di utilizzo poggiandolo sulle
ginocchia, nonché una miglior risposta dell’aria che circola al suo
interno. Le prove sul materiale portarono al miglior rendimento del
PANG-Bleach, la lamiera composta da metallo arricchito di nitrogeno che
,tramite una lunga serie di lavorazioni, viene modellata ed intonata.
Per tenere assieme le due parti in modo funzionale, fu previsto un
anello di ottone ripiegato. Nel frattempo, l’Hang cominciò a far parlare
di sé negli ambienti percussivi, richieste di informazioni e proposte
di acquisto arrivavano da ogni parte del globo. Il suo suono così
particolare, per alcuni dotato persino di una componente spirituale, e
l’aspetto futuristico ne suscitarono il successo.
Può capitare, passeggiando per le vie delle grandi metropoli, di venire
attratti dal suono straordinario e dalla forma curiosa di questo
strumento, nelle mani di artisti di strada, novelli portatori di una
filosofia molto particolare che con gli anno sembra divenire sempre più
importante anche nell’etica stessa dei costruttori.
Felix e Sabina decisero quindi di organizzare un canale distributivo
adeguato, scegliendo un solo negozio per nazione, imponendo un prezzo
fisso allo strumento. Col passare del tempo questa soluzione venne
scartata, preferendo la vendita diretta da Berna verso tutto il mondo.
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Gli Hanghang (plurale di Hang) sono dunque venduti solo per un certo
periodo dell’anno, presso l’Atelier di Berna, o spediti a coloro che non
hanno possibilità di fare un viaggio in Svizzera.
E’ necessario contattare l’atelier via posta per avere l’ok dei
costruttori (attenzione: solo posta cartacea, Felix e Sabina non amano
particolarmente la rete e le comodità della posta elettronica ed hanno
persino chiuso il loro sito web).
Questa sorta di selezione ha un semplice motivo: la rarità dello
strumento, tutto artigianale e prodotto in un numero limitato di
esemplari, ha fatto si che si creasse un mercato parallelo dei vecchi
modelli in vendita a cifre assurde.
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Per tutelarsi Felix e Sabina hanno così deciso di vendere l’Hang a
condizione che l’acquirente, tramite contratto, si impegni ad informarli
dell’eventuale intenzione di rivenderlo, cosicché possano decidere se
ritirarlo loro stessi o valutare il nuovo compratore… che non dovrà
pagare una cifra superiore a quella imposta. Qualcuno potrà pensare che
queste siano preoccupazioni esagerate, ma basta fare una piccola ricerca
in rete per incappare in annunci di vendita di Hanghang a cifre
incredibili!
Al momento dell’acquisto, l’acquirente viene lasciato solo in una
stanza con decine di Hanghang da provare con tutto il tempo necessario:
ciascuno dovrebbe poter trovare il proprio. Ogni Hang è numerato, datato
e firmato da Felix e Sabina. Compresa nel prezzo, una custodia rigida o
morbida (a scelta) fatta con materiali naturali (canapa).
Il prezzo per il 2011 è di € 1400.
Hang Playing Hedge Monkeys
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Hang – Evoluzione integrale
L’ultima
evoluzione dello strumento è stata definita integrale. Per anni Felix e
Sabina hanno prodotto Hanghang caratterizzati da scale diverse,
provenienti dalla tradizione musicale di ogni parte del mondo: col tempo
hanno deciso di produrre una sola scala. L’atmosfera multistrato
(risonanza dell’aria nella cavità dello strumento) ha come centro un
re2. Il Ding, la protuberanza centrale, è accordato in re3, mentre le
sette note satelliti (o campi sonori) sono: la3, sib3, do4, re4, mi4,
fa4, la4 disposto in ordine armonico.
Questa combinazione è ritenuta dai costruttori la più adatta alle
dimensioni ed al tipo di materiale e contribuisce alla filosofia dello
strumento, avere un’unica scala per tutti gli Hanghang fa si che si
possa raggiungere una sorta di valore utopico dello strumento: una
melodia universale da potersi suonare in ogni parte del globo.
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Utilizzando le dita, i polpastrelli o il palmo della mano è possibile
ottenere suoni più o meno definiti, carichi di armonici e risonanze
molto interessanti. Una vera e propria tecnica dello strumento non
esiste ancora, vi è molta libertà nell’approccio.
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Dall’Hang nascono sonorità affascinanti, che colpiscono nel profondo anche l’ascoltatore meno attento.
E’ indiscutibilmente uno strumento che non passa inosservato.
Ruotandolo sulle ginocchia per porre i campi sonori in posizioni
diverse, si ottengono combinazioni variegate e sempre interessanti.
Il limite delle otto note risulta in tal modo meno influente. Osando un
po si possono ottenere soluzioni molto originali. Se ben utilizzato,
l’Hang mantiene l’accordatura per molto tempo ma, ovviamente, un
“tagliando” a Berna prima o poi bisogna metterlo in conto.
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