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domenica 15 marzo 2015

Daniele Luttazzi tornera' in RAI ?


Daniele Luttazzi 

LUTTAZZI intervista TRAVAGLIO

 (Satyricon 14/03/2001)

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L'intervista che Daniele Luttazzi fece al giornalista Marco Travaglio, nella puntata del 14 marzo 2001 della trasmissione di Rai Due Satyricon, è stata uno degli episodi che hanno fatto più discutere nella storia della TV italiana.

DICE

Assalto al giornale satirico Charlie Hebdo da parte di un commando terroristico che inneggia al Profeta. 12 morti. Mi chiedo cosa s’inventeranno per lanciare il prossimo libro di Houellebecq.

Il vigliacco assassinio dei vignettisti di Charlie Hebdo, da parte di terroristi che invocano il Profeta, ci obbliga a ricordare che la libertà d’espressione satirica di un Paese corrisponde al suo grado di democrazia.

Che ogni religione, senza sense of humour, diventa fanatismo. Che parte del mondo islamico non è in grado di accettare la satira come forma di discorso politico. Che la satira reifica i suoi bersagli e per un musulmano è inaccettabile la reificazione del Profeta. Che non sono le vignette a insultare Maometto, ma i terroristi che uccidono in suo nome. Che le vignette antisemite pubblicate quotidianamente in Egitto e in Arabia Saudita sfruttano stereotipi di gran lunga più offensivi di quelli utilizzati in Occidente. Che i direttori dei giornali arabi , invocando anch’essi la “libertà d’espressione”, continuano a pubblicarle.

Che non per questo i vignettisti arabi devono temere per la loro vita.

Che il profeta Maometto, quando in vita veniva insultato e dileggiato, rispose sempre col perdono, mai con la vendetta. Che il Corano minaccia di morte gli infedeli (forse è solo un problema di traduzione. “Uccideteli tutti ovunque li troviate” magari nell’originale era “Porgete l’altra guancia”). Che non pubblicare le vignette perché questo potrebbe scatenare la violenza degli integralisti significa subire la loro violenza.

Che la comunità islamica deve isolare gli imam radicali.

Che nel mondo islamico legge divina e codice penale coincidono .

Che le convinzioni religiose urtano contro il nostro essere individui razionali del 21° secolo.

Che l’uomo sta bene quando non ha bisogno di religioni che lo proteggano dal dubbio e dalla paura.

Che il messaggio delle religioni è: se metti in discussione l’amore infinito di Dio finisci dritto all’inferno.

Che, da un punto di vista antropologico, non puoi avere una religione senza un nemico.

Che la ragione sociale delle religioni è dare ai fedeli un senso di superiorità rispetto a un nemico immaginario.

Che l’Europa moderna, laica, del commercio e della democrazia, appare col Rinascimento, nel momento in cui il cristianesimo, scosso dalla Riforma, comincia a perdere il controllo sull’organizzazione sociale.

Che la Repubblica, la separazione dei poteri, il suffragio universale, la libertà di coscienza, l’eguaglianza dell’uomo e della donna non derivano dalla religione, che li ha anzi a lungo combattuti.

Che, grazie alla rivoluzione francese, le adultere occidentali non vengono lapidate (però finiscono su Novella 2000: questo, per alcuni, è progresso). DESOLANTI i paradossi: gli xenofobi nostrani che adesso gridano alla libertà di satira sono gli stessi che contribuirono a cacciarmi dalla Rai.

Né c’è bisogno di trasferirsi nei Paesi Arabi per trovare resistenze alla satira sulla religione. Nel 2001, a Satyricon, il produttore mi chiese gentilmente di cassare lo sketch “Esche insolite”, in cui un pescatore faceva abboccare il pesce più grosso usando come esca un crocifisso. Sempre nel 2001, ricevetti minacce di morte e fui costretto a girare per diversi mesi sotto scorta. Qui, in Italia.

La libertà di parola non serve a niente, se non è garantita anche la vostra libertà di poterla ascoltare, quella parola. La satira sulla religione non offende le persone, solo i loro pregiudizi. Questo vale per tutta l’arte. Prendete Piss Christ, un’opera d’arte di Andres Serrano che fece scandalo qualche anno fa. Era la foto di un crocifisso ammollo in un bicchiere di urina. Molti la giudicarono blasfema. Ma non considerano quello che quest’opera d’arte ha fatto per l’urologia.

Tutte le grandi figure religiose erano un po’ troppo piene di sé. Mosè diceva di parlare con Dio. Maometto diceva che Dio parlava attraverso di lui. Gesù diceva di essere il figlio di Dio. Buddha? Era grasso, ma non indossava tute da ginnastica. Ecco un pensatore libero. Le religioni sono pericolose.


Non puoi correggere un’istituzione quando è una religione. Guardate come i musulmani lapidano le loro donne. Non potrebbero farla franca, se non fosse per motivi religiosi. L’odio viene da qualche meandro profondo, ma le religioni gli danno una cornice nobile. Ecco perché sono pericolose. Sono assurde. Ogni religione pensa che le altre siano una superstizione. La satira pensa che TUTTE siano una superstizione. Libera satira in libero Stato!


Ecco il monologo di Daniele Luttazzi a "Rai per una notte" dopo la cacciata dalla Rai


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"Ora che tutti sono contro la censura potremmo condurre un programma insieme". Carlo Freccero dice la sua dopo l'assoluzione di Daniele Luttazzi e Marco Travaglio dall'accusa di diffamazione ai danni di Silvio Berlusconi, che aveva chiesto dieci milioni di euro di risarcimento per l'intervento del giornalista alla trasmissione Satyricon del 14 marzo del 2001.

L'autore televisivo ha anticipato la possibilità realizzare un programma insieme a Luttazzi: "La coppia potrebbe tornare soprattutto adesso che tutti sono contro la censura, con questa benedizione. All'epoca anche una parte della sinistra era ferocemente contro di noi".

"Vedo ogni giorno dei cadaveri che passano davanti a me e sono profondamente felice. Da quando ho lasciato la Rai è una cavalcata con vendette cucinate a freddo. E godo, godo, godo come un pazzo"

Luttazzi, dice Freccero avrebbe accolto con entusiasmo il nuovo progetto: ""Ho parlato con Daniele e l'ho trovato carico, pimpante, soddisfatto. Ha veramente sofferto. Siamo quelli che abbiamo pagato di più per questa storia, io non ho più lavorato per 5 anni. Ma qualcosa insieme si potrebbe ancora fare.

Resta l'interrogativo su quale rete ospiterà il programma: "Vedremo, ma non La7 perchè abbiamo dei problemi anche lì, c'è ancora un giudizio aperto per Decameron".




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