Al Festival di Sanremo 2019,
Mahmood ha portato una canzone dal titolo Soldi.
Quali sono le parole? :
Di seguito il testo di Soldi di Mahmood:
In periferia fa molto caldo
Mamma stai tranquilla sto arrivando
Te la prenderai per un bugiardo
Ti sembrava amore era altro
Beve champagne sotto Ramadan
Alla TV danno Jackie Chan
Fuma narghilè mi chiede come va
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio lasci casa in un giorno
Tu dimmi se Pensavi solo ai soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Dimmi se ti manco o te ne fotti
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Ciò che devi dire non l’hai detto
Tradire è una pallottola nel petto
Prendi tutta la tua carità
Menti a casa ma lo sai che lo sa
Su una sedia lei mi chiederà
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo Quando perdi l’orgoglio
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi Come se avessi avuto soldi
Prima mi parlavi fino a tardi
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima
Io da te non ho voluto soldi…
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Lasci casa in un giorno
Tu dimmi se Volevi solo soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Lasci la città ma nessuno lo sa
Ieri eri qua ora dove sei papà
Mi chiedi come va come va come va
Sai già come va come va come va.
"Il pezzo non parla di soldi a livello materiale ma di come possono cambiare i rapporti all'interno di una famiglia ", ha spiegato Mahmood.
Di cosa parla “Soldi”, la canzone che ha vinto Sanremo? È la domanda che in molti si stanno facendo all’indomani della vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo. Il brano scritto da Alessandro, questo il nome del cantautore italo-egiziano nato e cresciuto nella periferia milanese, ruota attorno alla figura del padre che se ne è andato e non è più tornato. Il testo parla di periferie, di interni in cui si fuma il narghilè e si beve champagne, c’è il Ramadan, ma anche Jackie Chan.
Il pezzo è nato dopo una lunga gestazione, come ha spiegato Mahmood : scritta su un vecchio beat, racconta, è stato grazie a Dardust e Charlie Charles che ha acquisito sonorità e ritmica che l’hanno resa più incisiva e più moderna. “Il pezzo non parla di soldi a livello materiale ma di come possono cambiare i rapporti all’interno di una famiglia – ha spiegato Mahmood -.
È un pezzo che racconta una storia di una famiglia non tradizionale, tutto qua.
Io non parlo arabo, ma ci sono delle frasi che mi ricordo, che fanno parte della mia infanzia ed era un modo perfetto, cantare quelle frasi mi rimanda proprio a una determinata scena, a un momento”.
“Chi lavora con me, chi è nel mio team aveva già capito che potevo migliorare nella scrittura ed è stato così, perché quando ho firmato con la Universal, non è che sono uscito subito col disco, è stato un lavoro graduale, ho fatto delle session con autori, per migliorare un po’, aprire anche le melodie perché magari rimanevo un po’ nelle stesse note. È stato un lavoro duro, però io ce l’ho messa veramente tutta, perché alla fine è questo che vogliono fare nella vita e grazie a dio i miei frutti sto iniziando un po’ a raccoglierli”.
Alla produzione del pezzo portato sul palco dell’Ariston due producer di tendenza come Dario Faini (Dardust) e Charlie Charles. Il primo ha anche condotto l’orchestra durante l’esibizione, il secondo è il golden boy della trap italiana.
Condivido uno dei post più significativi tra quelli pubblicati sulle pagine Facebook in quanto parla della storia di un certo "Alessandro Mahmoud", del suo impegno negli studi, della gavetta e dei suoi successi. È il post di Laura Guartieri, insegnante di musica, pubblicato su #Quando “IL GRATOSOGLIO” era vivissimo e noi il futuro...
“Ho avuto la fortuna di essere stata, per un breve periodo, tra gli insegnanti che hanno seguito Alessandro Mahmoud ai suoi primi passi nello studio della musica e del canto: ricordo ancora come cantasse Stevie Wonder strepitosamente per avere 12/13 anni. Non avevo idea che venisse proprio dal quartiere dove io sono nata cresciuta e francamente non comprendo come, anziché gioire con lui per il risultato di anni di studi, sacrifici e gavetta (oltre ad un innegabile talento) qualcuno si ostini a dargli addosso. Certo questo "rompe" certi luoghi comuni e pregiudizi: leggo roba tipo "e prima faceva il pusher o vendeva kebab? " (come se le due cose fossero parificabili) ... Quindi è il fatto che la storia di Alessandro non sia esattamente quella
che voi avete stampata fissa in testa per tutti a darvi così fastidio?
Storia che evidentemente non conoscete: 13-14 anni di studi e di soddisfazioni, da xfactor a Sanremo giovani qualche anno fa, al fatto che portano anche la sua firma 2 dei maggiori successi degli ultimi mesi come "Nero Bali" (bravi-pequeno-elodie) o "Hola" di Mengoni (oltre ad altri brani dell'album). Canzoni che probabilmente avete ascoltato e ballato, voi o i vostri figli, senza preoccuparvi troppo di sapere "da dove" provenissero.
Eh certo, avreste avuto più soddisfazione a leggere sui giornali che fosse responsabile di qualche accoltellamento o di uno stupro, così ci si poteva sfogare a dargli addosso e a lamentarsi di "cosa è diventato il nostro amato quartiere". Beh il MIO amato quartiere ha prodotto un sacco di cose e persone belle e io sono molto contenta e fiera che tra queste ci sia Alessandro Mahmoud.”
Intenso anche il commento di Padre Enzo Fortunato pubblicato sul Corriere: "Ma la cosa più sorprendente del Festival è la vittoria di Mahmood. La notizia ha creato subito le tifoserie. Mahmood, il ragazzo di 26 anni nato e cresciuto nella periferia di Milano da madre sarda e padre egiziano, ha vinto questa edizione di Sanremo, con una canzone che si intitola Soldi. Il brano offre più di qualche elemento di francescanesimo, perché ci ricorda il padre di Francesco, Pietro Bernardone, che pensava solo al guadagno. Un tema caro al giovane rapper milanese che ha già capito che nella vita c’è altro: la ricerca di senso e di significato, l’affetto, l’amore. Una bella notizia per il nostro Paese. Vorrei dire, ha vinto l’integrazione. O meglio: ha vinto il futuro del nostro Paese. Un futuro in cui si intrecciano razze, culture, fedi e religioni. Dove la pretesa di un popolo puro è solo dei pazzi.
Con buona pace di qualcuno.
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