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martedì 22 ottobre 2019

La Fabbrica della Paura

 Fabbrica della Paura


Nel giro di pochi anni Matteo Salvini ha trasformato un partito antimeridionale e secessionista come la Lega in un movimento sovranista. Nello stesso periodo, l’ex ministro dell’Interno ha iniziato a ostentare simboli religiosi in pubblico e sui social, posizionando il suo partito sulla difesa delle radici cristiane. C’è un filo nero che collega la metamorfosi leghista allo scandalo del Metropol di Mosca in cui sono rimasti impigliati Matteo Salvini (seppur non indagato) e il suo ex portavoce Gianluca Savoini. Attraverso documenti inediti e interviste esclusive, nella prossima puntata Report vi racconterà come la trattativa della Lega per i soldi e il petrolio russo è solo una tessera di un mosaico molto più ampio, che vede sullo sfondo la nascita di un asse internazionale tra forze estremiste in Russia e negli Stati Uniti. Un mosaico in cui Matteo Salvini e la Lega sono solo le pedine di un progetto internazionale che punta alla destabilizzazione dell’Unione Europea. Report ha incontrato Konstantin Malofeev, detto l’Oligarca di Dio, uno dei russi più ricchi e più vicini a Vladimir Putin. È la sua prima intervista a una televisione europea. Negli ultimi anni, Malofeev ha finanziato partiti di estrema destra in Europa e nel 2013 ha fondato una nuova Santa Alleanza tra le associazioni ultratradizionaliste russe e le più potenti fondazioni della destra religiosa americana, che hanno riversato in Europa oltre 1 miliardo di dollari negli ultimi dieci anni. Dal 2013 a oggi, Gianluca Savoini e Matteo Salvini sono andati spesso a Mosca 
ad incontrare l’Oligarca di Dio. Che cosa si sono detti?

L’oligarca russo a Report: «Abbiamo scelto la Lega perché ha un livello socioculturale molto basso»

È stata una puntata piena di rivelazioni e di pezzi di un puzzle che si uniscono alla perfezione, restituendo un’immagine abbastanza preoccupante per chi – credendo nel sovranismo – si è lasciato incantare dai gesti, dalle parole e dai proclami della Lega. A Report, infatti, sono state mandate in onda diverse interviste per approfondire e tirare le fila sul caso dei presunti fondi russi al Carroccio. La presunta – per il momento – trattativa portata avanti da Gianluca Savoini – ex portavoce di Matteo Salvini – all’hotel Metropol di Mosca sembra essere, però, solamente un ago in un pagliaio di contatti che non riguardano solo il partito fondato da Bossi, ma un vero e proprio sistema in cui la Lega avrebbe solamente il ruolo del cavallo di Troia.


PUNTATA DEL 21/10/2019
di Giorgio Mottola


collaborazione di Norma Ferrara, Simona Peluso e Alessia Pelagaggi




Le indagini della procura di Milano proseguono con l’accusa nei confronti di Gianluca Savoini – ma anche Gianluca Meranda e Francesco Vannucci – di corruzione internazionale. In attesa che la giustizia faccia il proprio corso e verifichi l’effettiva esistenza di una trattativa (che comunque, alla fine, è saltata) con gli affaristi russi, Report è entrata in contatto con alcuni protagonisti principali o secondari di questa vicenda che sembra essere molto più ampia di quei presunti 65 milioni di euro.

La puntata di Report sui contatti con la Russia
Tra di loro c’è l’oligarca russo Konstantin Malofeev: uno zarista, ricco e potente, che sostiene Putin e che è diventato un grande fan di Matteo Salvini. Una persona che ha idee di questo tipo (come ribadito a Report): i gay sono sodomiti, oppure «l’uomo deve guadagnare più soldi perché la donna non deve lavorare ma rimanere a casa per procreare».

La Lega debole culturalmente
E nel tempo ci sono stati tantissimi incontri tra la Lega (e Matteo Salvini) e l’oligarca russo. Quando il giornalista ha provato a chiedere al leader del Carroccio di spiegare i motivi di questi contatti, il senatore ha risposto che gliene avrebbe parlato in un’altra occasione più tranquilla. Ma quell’intervista, poi, non venne mai concessa. Sta di fatto che i russi non sembrano avere una grande considerazione della Lega e del suo elettorato. Alla domanda sul perché avessero scelto proprio il Carroccio come sponda italiana, la risposta è stata la seguente: «Perché debole culturalmente quindi più facile da infiltrare/affiliare». E, in tutto questo mare magnum, lo stesso oligarca Malofeev conferma come Savoini gli avesse parlato di questa trattativa a base di petrolio con gli affaristi russi.



La bestia, come funziona   la propaganda di Salvini.

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La bestia, come funziona
 la propaganda di Salvini...
https://cipiri.blogspot.com/2018/08/la-bestia-come-funziona-la-propaganda.html


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