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mercoledì 30 dicembre 2009

L'Iran muore e il governo ne occulta....

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L'Iran muore e il governo ne occulta il cadavere. VIDEO

15 morti, centinaia di arresti, violenza. Teheran è rossa del sangue dei dissidenti.

Sarebbe consolante pensare che il 27 dicembre 2009 passerà alla storia con il nome usato in questi giorni dai media di tutto il mondo: la strage dell'Ashura. Ma non illudiamoci, non sarà così. Passato il polverone sui giornali e in tv, soppiantato dall'emergenza maltempo o dalla cronaca, la "strage dell'Ashura" sarà presto dimenticata: parole stampate sui giornali di ieri destinata a incartare il pesce di domani. E egualmente verranno dimenticate le centinaia di persone fatte sparire nelle carceri del regime, e i corpi Ali Habibi Mussavi, nipote del leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi, di Mehdi Faradinia, Mohammad Ali Rasekhinia, Amir Arshadi e Shahram Faraji e di tutti gli altri (quanti che hanno arrossato del loro sangue l'asfalto di piazza Husayn e Engelab nel centro della capitale.

Mentre l'Occidente si riprendeva dal pranzo di Natale, il mondo sciita festeggiava una delle sue festività più importanti. L'Ashura è infatti l'anniversario del martirio dell'Imam Huayn e dei suoi 72 compagni morti a Kerbelà all'epoca del califfato Omayyade. Cade nel decimo mese del calendario islamico ("ashura" viene da "ashara" che significa 10) e in questo giorno si piange il lutto e si celebra il martirio (contrariamente a quanto si pensa la pratica del martirio non è culturalmente apprezzata dalla maggioranza dell'Islam sunnita, mentre è simbolicamente importante per gli sciiti). Nel giorno del lutto religioso l'Iran è sceso in piazza a piangere per il proprio paese e a manifestare contro il regime dell'Ayatollah Khamenei - la più alta carica della Repubblica, in teoria superiore anche a Ahmadinejad, che è "solo" il Presidente.



Negli scontri di piazza che si sono generati quando la polizia ha attaccato i manifestanti c'è stato fuoco, sangue e catene.

Centinaia gli arresti, 15 i morti ammessi dal governo. Moltissimi i segreti, lasciati trapelare solo dai blog dei dissidenti e dai filmati amatoriali dei partecipanti alla protesta. Il corpo di Seyyed Ali Mussavi (20 anni), ucciso a mezzogiorno con un colpo in pieno petto, è stato rapidamente fatto sparire dalle forze dell'ordine. Mote cose sono state fatte sparire.



Mentre seguitano le tensioni a Teheran, giunge la notizia di un altro clamoroso colpo di scena. L'intelligence iraniana ha arrestato Nooshin Ebadi, avvocatessa pacifista e soprattutto sorella dell'oppositore Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003. Altri tre giornalisti attivi nella lotta per i diritti umani sono stati prelevati dalle loro case durante la notte. Intanto il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani ha invocato "il massimo della pena" per i promotori dei disordini dei giorni scorsi. Chi sono? Che ne sarà di loro? Non lo sapremo mai. La "strage dell'Ashura" sarà dimenticata, i provvedimenti saranno insabbiati, le chiavi delle celle andranno perdute. Il cadavere dell'Iran libero verrà ancora una volta seppellito dal governo, senza una parola di commiato.

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